Pillole, pasticche, sciroppi e gocce: nel 2015 le dosi di medicinali consumate al giorno ogni 1.000 abitanti sono state 1.791. Considerando anche i consumi in ospedale, in media ogni cittadino italiano, inclusi i bambini, ha assunto ogni giorno circa 1,8 dosi di farmaco, il 70,8% delle quali erogato a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn), mentre il restante 29,2% è relativo a dosi di medicinali acquistati direttamente dal cittadino (acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e automedicazione). E’ quanto emerge dal Rapporto Osmed, stilato dall’Aifa e relativo all’uso dei farmaci 2015, presentato oggi a Roma. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale complessiva, pubblica e privata, sono state dispensate 1,9 miliardi di confezioni, in aumento rispetto all’anno precedente del +0,1%. Un andamento “determinato principalmente dall’aumento delle confezioni dei farmaci di classe A acquistate privatamente dal cittadino (+2,1%) e dei farmaci di automedicazione (+0,8%)“, bilanciato da una riduzione delle confezioni erogate in assistenza convenzionata (-0,2%) e delle confezioni dei farmaci in classe C con ricetta (-0,8%). Il numero di prescrizioni è diminuito del -2,2% rispetto allo scorso anno e ha toccato i 596 milioni di ricette. Per quanto riguarda le strutture sanitarie pubbliche, sono state erogate 154,1 dosi di farmaci al giorno ogni 1000 abitanti, in aumento del +2,2% rispetto all’anno precedente.
Nel complesso della popolazione, la prevalenza d’uso dei farmaci è stata in media del 63,4% (58,9% negli uomini e 67,5% nelle donne), passando da circa il 50% nei bambini e negli adulti fino ai 54 anni, a quasi il 90% nella popolazione anziana con età superiore ai 74 anni: la quasi totalità degli over 74 assume almeno un medicinale. Differenze di genere – rileva ancora il rapporto – sono evidenziabili nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni, in cui le donne mostrano una prevalenza media d’uso dei medicinali superiore a quella degli uomini, con una differenza assoluta del 10%. Anche nei bambini (0-4 anni) si registra una prevalenza d’uso dei medicinali superiore a quella registrata per la fascia d’età 5-44 anni, soprattutto tra i maschi. Oltre la metà dei bambini ha ricevuto almeno una prescrizione nel corso dell’anno. Con alcune peculiarità: l’uso di antimicrobici è concentrato maggiormente nei primi quattro anni di vita e dopo i 64 anni. Si conferma una maggiore prevalenza d’uso nelle donne di farmaci antineoplastici e immunomodulatori (tra i 35 e i 74 anni, legata alla prescrizione dei medicinali per la terapia del cancro alla mammella a seguito dell’introduzione di screening organizzati), per il sistema nervoso centrale (a partire dai 35 anni) e per l’apparato muscolo-scheletrico. Più in dettaglio, l’incremento dell’uso dei farmaci del sangue ed organi emopoietici raggiunge i valori massimi di prevalenza negli uomini con più di 74 anni (51,6%) e nelle donne nella medesima fascia di età (46,8%). Parallelamente, anche la spesa pro capite sostenuta dal Ssn aumenta con l’età dei pazienti, fino a raggiungere i livelli massimi di 69,6 euro e 60 euro pro capite nella fascia di popolazione più avanzata, rispettivamente tra gli uomini e le donne. Si conferma inoltre un impiego pressoché esclusivo dei farmaci per il sistema genito-urinario e ormoni sessuali nelle donne nelle fasce di età comprese tra i 15 e i 64 anni, giustificabile con l’uso dei preparati ormonali. Invece, a partire dai 55 anni e con l’aumento dell’età, si osserva un netto spostamento dell’utilizzazione di questi medicinali verso gli uomini, essenzialmente per il trattamento dell’ipertrofia prostatica. La prevalenza dell’uso di questi farmaci negli uomini con più di 74 anni arriva a circa il 31,2% della popolazione in questa fascia d’età. Parallelamente, anche la spesa pro capite sostenuta dal Ssn aumenta con l’età dei pazienti, fino a raggiungere il livello massimo di 63,5 euro a persona negli uomini con più di 74 anni, a fronte di livelli massimi nelle donne nella fascia di età tra 35 e 44 anni di 10,2 euro a testa.