Allerta Meteo – Dopo aver invaso il nord e parte del centro l’aria fresca, per non dire fredda in quota, d’estrazione sub-polare marittima atlantica, sotto forma di intensi venti dai quadranti settentrionali che raggiungeranno lo status di burrasca su molti bacini italiani. L’affondo di questa saccatura sul bacino centrale del Mediterraneo è stato indotto da un rialzo dei valori di geopotenziale sull’Atlantico francese e britannico, che a sua volta ha impresso una certa spinta meridiana dell’alta pressione delle Azzorre, in direzione delle latitudini settentrionali atlantiche, con massimi barici di oltre i 1030 hpa posizionati in pieno Atlantico. Al contempo l’inasprimento del “gradiente di geopotenziale” e del “gradiente termico orizzontale” sul nord Atlantico, causato da questo aumento del geopotenziale sul medio-alto Atlantico, ha provocato una notevole accelerazione del ramo principale del “getto polare”, il quale scorrendo lungo il bordo più settentrionale della struttura anticiclonica oceanica, dopo averla aggirata, con un “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto”), si fionderà sopra le Isole Britanniche e la Francia, con un ampio ramo meridianizzato che raggiungerà importanti velocità notevolissime alla quota isobarica dei 250 hpa.
L’affondo del ramo discendente del “getto polare” sta alimentando, gonfiandola, la saccatura, riempita da aria piuttosto fredda in quota, sub-polare marittima, in grado di destabilizzare l’intera colonna d’aria durante l’ingresso sul bacino centrale del mar Mediterraneo.
Proprio grazie all’alimentazione diretta di questo ramo discendente del “getto polare” presente al traverso della Francia e del Mediterraneo centro-occidentale, che oltre ad allungarla verso le latitudini mediterranee la riempirà di aria piuttosto fredda in quota, la saccatura sopra descritta nel corso delle prossime 12-24 ore dovrebbe riuscire a penetrare sul bacino centrale del Mediterraneo, interessando direttamente le nostre regioni che vedrebbero un aumento della nuvolosità e l’acuirsi dell’instabilità per l’inasprimento del “gradiente termico verticale” e la presenza di un consistente “forcing” dinamico, indotto dalla rotazione ciclonica della stessa, oltre che dai notevoli contrasti termici già menzionati.
Mentre l’asse di saccatura affonda con il proprio perno in direzione del basso Tirreno e della Sicilia, poco più ad ovest la traslazione verso levante dell’anticiclone oceanico accelererà il processo di “CUT-OFF” della saccatura nel suo bordo più meridionale. Quest’ultima, entrando in fase di “stretching”, agevolerà l’incubazione di un minimo depressionario relativo, con annessa goccia fredda in quota, con isoterme, sui -16°C -17°C a 500 hpa che nel corso della giornata di domani sì isolerà a ridosso del Tirreno centrale, per poi traslare rapidamente in direzione del medio-basso Adriatico, con un nuovo minimo depressionario a mesoscala che andrà a scavarsi poco a largo della costa molisana, nei pressi di Termoli.
L’isolamento di questo minimo depressionario a mesoscala, in rapida evoluzione verso il medio-basso Adriatico, genererà già dalla prossima notte un significativo inspessimento del “gradiente barico orizzontale” fra Mediterraneo centrale ed Europa centro-occidentale, con un temporaneo groviglio di isobare fra la Sardegna, il Tirreno e le nostre regioni meridionali. Difatti, l’ulteriore espansione del promontorio anticiclonico oceanico fino alle Isole Britanniche, ma con un cuneo rivolto verso l’Europa centrale, poco a nord delle Alpi, rischierà di comprimere ulteriormente il già fitto “gradiente barico orizzontale” fra Europa centro-settentrionale e bacino centrale del Mediterraneo.
Difatti l’isolamento di un minimo depressionario relativo sul lato meridionale del cuneo dell’anticiclone delle Azzorre sul nord Atlantico, favorirà le condizioni sinottiche adatte per l’attivazione di forti venti dai quadranti settentrionali che spazzeranno gran parte dell’Italia, ed in modo particolare l’Adriatico centro-settentrionale e il Tirreno centro-meridionale.
Sarà proprio questa spinta anticiclonica verso levante a spalancare le porte dei freddi venti di maestrale, tramontana e bora che a partire dalle prossime ore cominceranno a sferzare buona parte del nostro territorio nazionale, arrivando a lambire la soglia d’attenzione, con locali e temporanei rinforzi fino a forza 7 Beaufort, localmente anche forza 8 Beaufort, dapprima solo su mar di Corsica, mar di Sardegna e Tirreno centrale occidentale, in successiva estensione nella mattinata di domani al Tirreno centro-meridionale, Canale di Sicilia e Adriatico centro-settentrionale.
I venti settentrionali sotto forma di intensi venti di “mistral” si stanno già molto rapidamente dipanando al mar di Corsica e mar di Sardegna, per poi versarsi sul Tirreno centro-meridionale e Canale di Sicilia, con una intensa ventilazione da “gradiente” prevalentemente da NO, in rotazione a N-NO. Sempre nel corso della mattinata di domani, mentre il minimo depressionario a mesoscala, sui 1005 hpa, tenderà a traslare verso l’Adriatico centro-meridionale, rigenerandosi poco a largo della costa di Termoli, il promontorio anticiclonico delle Azzorre comincerà ad elongare un proprio cuneo verso la Germania, l’Austria fino alla Repubblica Ceca, rinvigorendo ulteriormente il “gradiente barico orizzontale” fra Tirreno e medio-basso Adriatico.
Questa configurazione, con le isobare in fase di compressione a sud dello spartiacque alpino, produrrà un sensibile rinforzo dei venti da NNE e da Nord sul medio Adriatico, con l’inserimento di raffiche di bora molto forti lungo il l’Istria e le coste della Dalmazia settentrionale, in discesa dai valichi naturali delle Alpi Dinariche. Il minimo depressionario italico, difatti, con tale assetto sarà capace di aspirare masse d’aria piuttosto fresche, che dalla pianura Ungherese si spingeranno verso i rilievi delle Alpi Dinariche.
Dopo aver aggirato le Alpi Dinariche la ventilazione orientale che si attiverà sul bordo meridionale del promontorio anticiclonico oceanico, disteso verso l’Europa centrale, s’incanalerà lungo i bassi valichi dei monti del Carso e delle Alpi Dinariche, per traboccare con furiosi deflussi (raffiche di caduta molto turbolenti) verso le coste adriatiche, il breve tratto costiero sloveno e le coste dalmate. Gli effetti della bora, a causa del fitto “gradiente barico orizzontale” disteso fra alto Adriatico e Alpi Dinariche, nella mattinata di venerdì si avvertirà distintamente fin sulle coste di Marche, Abruzzo e Molise, dove giungeranno raffiche da Nord N-NE, fino a 60-70 km/h, ma con picchi localmente superiori nei punti meglio esposti di Marche, Abruzzo e Molise, dove il vento supererà forza 7 Beaufort.
Questi sostenuti, a tratti intensi, venti da N-NE e Nord, superando molto rapidamente l’Appennino si verseranno sulle coste del Lazio e della Campania, sotto forma di tese raffiche di grecale e tramontana che si propagheranno molto rapidamente al medio-basso Tirreno, tramutandosi in sostenuti, a tratti anche intensi, venti da NO che nella serata di venerdì si spingeranno in direzione della Sicilia e del mar Ionio, con raffiche che potranno lambire la soglia dei 60-70 km/h (fino a 80 km/h in mare aperto) nei tratti costieri maggiormente esposti.
I forti venti dai quadranti settentrionali produrranno anche un significativo incremento del moto ondoso su tutti i bacini, che da mossi tenderanno a divenire molto mossi. Addirittura, nel corso della prossima notte, alcuni mari, come il mar di Corsica, il mar di Sardegna e il Tirreno più occidentale potranno divenire agitati a largo, con lo sviluppo di onde di “mare vivo” alte più di 3.5-4.0 metri sul basso Tirreno, e di oltre i 2.5-3.0 metri sull’Adriatico centrale domani mattina, con un moto ondoso piuttosto sostenuto, in grado di causare non pochi danni agli stabilimenti balneari presenti lungo la costa marchigiana, abruzzese e molisana, fino a sud di Termoli.
Particolarmente colpiti saranno i litorali del maceratese, pescarese, teramano fino alla costa settentrionale del Gargano, dove irromperanno onde ben formate da NE e N-NE, piuttosto alte per la stagione ed in grado di causare intensi fenomeni di erosione. Le onde che si formeranno sul basso Tirreno, nel corso della giornata di domani, andranno a rompersi lungo le coste della Sicilia settentrionale e della bassa Calabria tirrenica, producendo su queste deboli mareggiate e risacche piuttosto intense.
L’intenso moto ondoso potrà produrre danni e disagi sui litorali del palermitano, messinese e reggino tirrenico, particolarmente vulnerabili al fenomeno dell’erosione costiera. Date le condizioni meteo/marine proibitive in questi bacini è severamente sconsigliata la balneazione e qualsiasi tipo di attività da diporto. Per un allentamento del moto ondoso bisognerà attendere fino al pomeriggio di sabato, con una lenta scaduta (onda lunga) da Nord e N-NE sull’Adriatico e da NO e N-NO sul basso Tirreno. Per monitorare la situazione in tempo reale ecco le pagine relative al nowcasting: