“A poco più di un anno dalla sua storica approvazione, la legge sugli ecoreati inizia a dare i primi frutti: è stata attivata oltre mille volte, dimostrandosi uno strumento efficace contro l’ecomafia, a tutela di legalità, AMBIENTE, salute e buona economia“. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione AMBIENTE della Camera e primo firmatario della legge sugli ecoreati, insieme a Micillo e Pellegrino, alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente, oggi a Roma. “Il rapporto Ecomafia di Legambiente e la stessa parola ‘ecomafia’ sono stati fondamentali nella lotta per la legalità in Italia – dice – Anche in nome di quella battaglia sono il primo firmatario della legge che ha introdotto finalmente i reati ambientali nel nostro codice penale. Facendo il punto su tutte le illegalità ambientali, il rapporto Ecomafia fornisce un contributo importante al Paese e oggi ha una rilevanza ancora maggiore“.
“E anche se la strada per mettere fuori gioco gli eco-criminali è ancora lunga, i dati del rapporto Ecomafia 2016 confermano che le legge 68/2015 è un passo avanti importante per l’Italia – continua – Sia gli illeciti che i guadagni della criminalità ambientale iniziano infatti ad arretrare e contemporaneamente crescono gli arresti, che sono stati 188 (+17,7% rispetto al 2014)“. Quindi Realacci ricorda che “il 10 luglio del 1976 ricorre poi il quarantennale della tragedia dell’Icmesa che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina Tcdd. All’epoca, per la giustizia italiana, fu un ‘disastro innominato’; oggi, con la legge sugli ecoreati, sarebbe un ‘disastro ambientale’, con ben altre conseguenze penali per i colpevoli. Se fino allo scorso anno abbiamo affrontato disastri come quello dell’Icmesa, dell’Eternit o di Bussi con armi spuntate, come appunto il ‘disastro innominato’ o il ‘getto pericoloso di oggetti’ come veniva classificato l’inquinamento ambientale, oggi con gli ecoreati e con la riforma delle agenzie ambientali, due leggi di cui sono primo firmatario, abbiamo finalmente strumenti adeguati per cambiare rotta nella lotta all’ecomafia e alle illegalità“.
“Un traguardo storico – conclude – per cui dobbiamo ringraziare anche Legambiente e tutte le associazioni che, fuori dal Parlamento, hanno sostenuto il lungo percorso di questi provvedimenti“.