La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ritiene che le evidenze disponibili non controindichino viaggi in Brasile nel periodo agosto-settembre, quando il rischio appare minimo, per le persone non gravide e senza progetti di gravidanza. Tali viaggi richiedono tuttavia la adozione di misure comportamentali adeguate a scopo precauzionale che appare opportuno concordare con un esperto in medicina dei viaggi prima della partenza.
COS’E’ IL VIRUS – Il virus Zika, considerato fino a pochi anni or sono poco più che una curiosità biologica ed asintomatico nell’80% dei casi, è di recente balzato alla ribalta della attenzione internazionale per le sue potenziali complicanze di natura teratogena (microcefalia) e neurologica (sindrome post-infettiva di Guillain-Barré). Il virus Zika è trasmesso dalla puntura della zanzara Aedes aegypti (potenzialmente anche da A. albopictus, sebbene con una efficienza molto minore) e mediante rapporti sessuali anche per alcune settimane dopo la conclusione del periodo sintomatico. Le zanzare del genere Aedes trovano il loro habitat replicativo ideale laddove siano presenti piccole raccolte di acqua stagnante (copertoni, sottovasi, gocciolatoi, gronde, asperità stradali, etc.) che caratterizzano solitamente le periferie delle grandi città.
La imponente diffusione del virus Zika nel continente latino-americano ed in Brasile in particolare, con una stima di 0,5 – 1,5 milioni di casi, ha fatto nascere timori relativamente ai rischi connessi allo svolgimento dei Giochi Olimpici (5-21 agosto 2016) e Para-Olimpici (7-18 settembre 2016 ) in programma a Rio de Janeiro e in alcune altre città brasiliane. I timori attengono a due ordini di considerazioni: 1) Quale il rischio di contrarre la infezione per gli atleti (circa 10.500), gli accompagnatori ed i visitatori internazionali (stimati in circa 400.000)? 2) Quale il rischio di diffusione mondiale che la concentrazione di persone provenienti da tutto il pianeta comporta?
“PERIODO FREDDO, RISCHIO ANCORA PIU’ BASSO (3/100.000)” – “Per rispondere alla prima domanda – afferma il Prof. Francesco Castelli, Responsabile del reparto Malattie Tropicali e di Importazione dell’Ospedale “Spedali Civili” di Brescia e membro SIMIT – è necessario considerare i dati delle evidenze scientifiche disponibili, che evidenziano come i mesi di agosto e settembre corrispondano al periodo più freddo dell’anno in Brasile, con ridottissima attività vettoriale. Le stime disponibili indicano infatti un rischio di contrarre l’infezione Zika che varia da 9/1.000.000 a 3/100.000 nel mese di agosto. Una recentissima analisi del network EuroTravNet, cui partecipa per l’Italia anche il Centro di Brescia e pubblicata su Eurosurveillance, ha confermato il bassissimo rischio di infezioni trasmesse da vettori nei viaggiatori europei di ritorno dal Brasile nei mesi di agosto – settembre nel periodo giugno 2013 – maggio 2016, evidenziando al contempo come i rischi sanitari per la specifica destinazione Brasile siano piuttosto di natura gastrointestinale e dermatologica. Le autorità brasiliane hanno inoltre condotto una imponente opera di disinfezione in Rio de Janeiro, anche focalizzate alle periferie urbane dove la precarietà abitativa ed infrastrutturale offre migliori condizioni di replicazione vettoriale”
“Per rispondere alla seconda domanda –prosegue il Professore – è necessario considerare che il numero dei visitatori dei Giochi (stimati in circa 400.000 persone) rappresentano solo circa 1% di tutti i viaggiatori nelle aree geografiche endemiche per il virus Zika. L’impatto del flusso di visitatori da e per il Brasile a causa dei Giochi Olimpici e Para-Olimpici nella diffusione della epidemia appare dunque marginale”.
LE MISURE DA ADOTTARE – In conclusione, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ritiene che le evidenze disponibili non controindichino viaggi in Brasile nel periodo agosto-settembre, quando il rischio appare minimo, per le persone non gravide e senza progetti di gravidanza. Tali viaggi richiedono tuttavia la adozione di misure comportamentali adeguate a scopo precauzionale che appare opportuno concordare con un esperto in medicina dei viaggi prima della partenza.
“Tali misure specifiche – aggiunge Castelli – per il virus Zika, oltre a quelle necessarie per prevenire le altre infezioni di natura malarica (area amazzonica), sessuale, gastrointestinale e dermatologica, sono: (i) prevenzione del contatto uomo-vettore (che punge prevalentemente nelle ore diurne con preferenza per alba e tardo pomeriggio) mediante l’uso di insetticidi, di vestiti coprenti preferibilmente di colore bianco, e di condizionatori; (ii) evitare le zone periferiche delle città; (iii) astenersi dai rapporti sessuali durante il viaggio od utilizzare con continuità di metodi di barriera per almeno 3 mesi (che diventano 6 per i viaggiatori maschi che hanno lamentato sintomi riconducibili a Zika) dopo il ritorno; (vi) astensione dalle donazioni di sangue nelle 4 settimane dopo il rientro dal Brasile o comunque dalle aree segnalate infette; (v) vaccinazione anti-influenzale per i soggetti a rischio”.
UNO STUDIO SULLA ZANZARA TIGRE – “Dati recenti sulla suscettibilità all’infezione con virus zika della zanzara tigre (Ae. albopictus), il potenziale vettore del virus Zika presente in Italia, confermano che l’attitudine di questa specie ad infettarsi è molto inferiore a quella di Aedes aegypty – conclude il Prof. Massimo Galli, Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano e Vicepresidente Nazionale SIMIT – Un lavoro sperimentale recentemente pubblicato da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità su zanzare tigre catturate in Italia ha dimostrato che le femmine della specie si infettano nel 10% dei casi e risultano positive per il virus nella saliva nel 3 % dei casi ( contro il 43% di infezioni e il 26% di positività nella saliva di Ae. aegypti. ) Questi dati sembrano quindi ulteriormente confermare, unitamente a quanto già esposto, che la probabilità di trasmissione dell’infezione da virus Zika sul territorio nazionale debba essere considerata molto bassa”.