La presenza di vicini cosmici ingombranti impedisce la formazione di nuove stelle. Anche nell’Universo bambino. Lo dimostra un team internazionale di astronomi della “SpARCS Collaboration” (Spitzer Adaptation of the Red-Sequence Cluster Survey), guidati dalla University of California, Riverside.
Gli studiosi sono giunti a questo risultato, pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics, scoprendo quattro cluster galattici. Risalenti a quando l’Universo aveva ancora quattro miliardi di anni, sono tra i più distanti mai individuati finora.
«Abbiamo osservato come le proprietà delle galassie in questi cluster differiscano da quelle che si trovano in altri ambienti, con pochi vicini cosmici – sottolinea Julie Nantais, dell’Andres Bello University in Chile – Quando una galassia cade in un cluster, le interazioni con gli altri cluster galattici e con i gas incandescenti accelerano l’interruzione della nascita di nuove stelle. Un processo noto come environmental quenching».
I cluster – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono regioni dell’Universo formate da centinaia di galassie, contenenti miliardi di stelle, gas caldi e la misteriosa materia oscura. Per scoprire i quattro nuovi cluster, gli astronomi della SpARCS Collaboration hanno utilizzato telescopi basati a terra, come il Keck Observatory, in cima al vulcano Mauna Kea nelle Hawaii, il Very Large Telescope in Cile, e il telescopio spaziale a infrarossi Spitzer.
Il passo successivo della ricerca sarà indagare le cause principali alla base del freno imposto alla formazione di nuove stelledalla vicinanza tra cluster galattici.