Località di montagna promosse o bocciate, assegnate le Bandiere Verdi e Nere

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Alcune puntano sulla gestione sostenibile del territorio, le energie rinnovabili, il turismo slow e la mobilità a basso impatto con l’obiettivo di tutelare paesaggio e ambiente; altre invece no, e si meritano l’appellativo di ‘pirati della montagna’. Sono le località del nostro arco alpino, 11 promosse che ricevono le Bandiere Verdi e 8 bocciate con le Bandiere Nere, assegnate da Legambiente nell’ambito della campagna Carovana delle Alpi.
Delle undici Bandiere Verdi, tre sono state assegnate al Piemonte, due alla Valle D’Aosta e al Friuli Venezia Giulia, una a Lombardia, Veneto, Alto Adige e Trentino. Due le Bandiere Nere che sventolano su Piemonte e Friuli Venezia Giulia, una su Valle D’Aosta, Lombardia, Alto Adige. Ma il vessillo più “pesante” Legambiente lo assegna al ministero dello Sviluppo Economico per il mancato rinnovo, tramite gara, delle grandi concessioni idriche per uso idroelettrico scadute, che espongono l’Italia a sanzioni comunitarie.
Ma vediamo nello specifico le realtà più virtuose. Quest’anno la regione a ottenere più Bandiere Verdi è il Piemonte grazie al lavoro di alcune realtà, come il Comitato dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico frazionale di Andonno-Valdieri, esempio innovativo di gestione dei beni collettivi e unica realtà operativa piemontese nell’amministrazione degli antichi demani collettivi; il Comando regionale piemontese del Corpo Forestale dello Stato, che si è distinto per il lavoro svolto nel contrasto all’illegalità ambientale; il progetto “Germinale – Agricoltura di Comunità in Valle Stura”.
In Valle d’Aosta, Legambiente premia il Gruppo spontaneo di residenti e frequentatori della Valgrisenche per l’opposizione alla pratica dell’eliski, e la capacità di interlocuzione con l’amministrazione locale, e l’Unité des Communes Valdôtaines Evançon, Consorzio Turistico Val d’Ayas e 31 operatori turistici della vallata per la realizzazione dell’anello escursionistico Monte Rosa Randò e la capacità di attivare sinergie per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Bandiere verdi anche al Teb (Tramvie Elettriche Bergamasche Spa) in Lombardia per la gestione del Tram delle Valli della Val Seriana; al Corpo Forestale dello Stato operante in Lessinia e Trentino, Guardiaparco del Parco Regionale Naturale della Lessinia e Polizia Provinciale di Verona in Veneto per aver mantenuto, da ormai quattro anni, un continuo servizio di monitoraggio e di controllo dell’evoluzione della popolazione del lupo; al progetto Biogas Wipptal, iniziativa di 63 allevatori nell’Alta Val d’Isarco in Alto Adige, per l’impegno nei settori rinnovabili e riciclaggio, alla società BioEnergia in Trentino per la buona gestione del Biodigestore di Cadino.
Due le bandiere verdi in Friuli Venezia Giulia: all’Isis “Fermo Solari” di Tolmezzo per l’istituzione di un indirizzo di studi dedicato all’agricoltura di montagna e al Movimento Ambientale “Io amo Resia con i fatti” per l’esempio di volontariato attivo nella manutenzione del territorio.
Ma a fare da contraltare a queste buone pratiche, ci sono “le situazioni di aggressione all’ambiente che denotano una mentalità individualista e al contempo obsoleta ma dura a morire. Bisognerebbe incominciare a pensare alle ‘bandiere dell’indolenza’ da assegnare a coloro che gestiscono la cosa pubblica senza passione e con poco senso del dovere, favorendo così situazioni di disagio, di mancata crescita, oltre che di opportunismo, sottolinea Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente.
Ecco quindi le Bandiere Nere. In Valle d’Aosta, al Comune di Issime e Giunta Regionale della Valle d’Aosta per la riproposizione del progetto di valorizzazione e urbanizzazione del Vallone di San Grato, nel Comune di Issime, già bocciato nel 2010.
Due le bandiere nere in Piemonte: a Ditte e Amministrazioni promotrici della pratica dell’Eliski e dell’utilizzo ludico degli elicotteri in montagna, e all’assessorato Energia, Attività produttive, Innovazione della Regione per non avere ancora elaborato, così come previsto dalle linee guida ministeriali dal 2010, il documento di specificazione delle aree inidonee per la realizzazione di qualsiasi tipo di impianto che utilizza fonti rinnovabili, consentendo invece uno sviluppo ubiquitario e dannoso di alcune fonti, in particolar modo dell’idroelettrico.
Bandiera nera alla Provincia di Como e ai Comuni di Plesio e a San Siro in Lombardia per aver sottoscritto l’Accordo di Programma per un collegamento intervallivo da Plesio a Dongo che prevede l’utilizzo della strada agro-silvo-pastorale anche come viabilità alternativa alla strada statale Regina e per averne realizzato il primo lotto Breglia-Carcente senza averne verificato l’utilità e l’impatto ambientale.
E ancora, a Provincia e Comune di Bolzano in Alto Adige per aver sottoscritto l’accordo di programma riguardante il Piano di Riqualificazione Urbanistica che sacrifica uno spazio pubblico per creare un megastore; alla Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia per la conferma del finanziamento del progetto Pramollo e per il progressivo allontanamento dai Comuni montani della gestione e del controllo sulle risorse idriche. (Adnkronos)

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