L’Italia sta vivendo un’estate particolarmente bizzarra, con grandi sbalzi termici e numerosi fenomeni di maltempo estremo con tantissimi tornado sui litorali del nostro Paese.
In modo particolare questo mese di Agosto si sta rivelando particolarmente instabile, con temperature ballerine che a tratti scendono di gran lunga al di sotto rispetto le medie del periodo, come nelle ultime ore in cui stiamo registrando anomalie negative fino a 10°C rispetto alla norma. E anche nei prossimi giorni continuerà a fare molto fresco, nonostante il ritorno dell’anticiclone che riporterà il bel tempo in tutto il Paese.
E negli ultimi giorni abbiamo avuto numerosi tornado nel nostro Paese: ieri sera poco prima del tramonto quelli della Costa Viola, davvero spettacolari all’imboccatura settentrionale dello Stretto di Messina. Poche ore prima, in mattinata, un tornado molto più grosso aveva interessato Ischia, Capri e l’arcipelago napoletano. E sono stati gli ennesimi fenomeni di un’estate veramente “pazza”. La scorsa settimana, infatti, sabato 6 agosto avevamo avuto una vera e propria “raffica” di tornado sulla Sicilia tirrenica, tra messinese e palermitano, da Sant’Agata di Militello a Capo d’Orlando, da Cefalù a Lascari, da Filicudi a Campofelice di Roccella. Nella stessa giornata avevamo avuto il violento tornado di San Vito Chietino in Abruzzo. E il giorno prima, venerdì 5 agosto, i tornado che hanno provocato gravi danni sul litorale a Marina di Pisa.
Anche a luglio si erano verificati diversi tornado, tutti nel basso Tirreno: prima il 15 luglio a Tropea, poi tra 25 e 26 luglio di nuovo a Tropea e nello Stretto di Messina.
Anche a giugno avevamo avuto diversi tornado sui litorali italiani: dapprima il più forte, il 4 giugno a Sottomarina di Chioggia, nella laguna Veneta, dove due giorni dopo, il 6 giugno, se ne verificava subito un altro.
Dopo pochi giorni, il 9 luglio diversi tornado al largo di Giovinazzo e Molfetta, in Puglia, nel basso Adriatico.
Ci sono poi stati numerosi downburst, fenomeni differenti rispetto ai tornado ma con conseguenze analoghe sul territorio: l’ultimo, la scorsa settimana a Conegliano, è stato devastante.
Claudio Rafanelli, climatologo del Cnr, nelle dichiarazioni riportate da Cristina Nadotti su Repubblica in edicola oggi spiega che “alla fine di questa estate è logico aspettarsi che le trombe d’aria saranno state più dello scorso anno, in conseguenza della coda lunga degli effetti del Nino nel Pacifico e della grande attività del Sole. Inoltre l’inverno è stato particolarmente mite e così la temperatura del Mediterraneo è alta. Quando le correnti fredde si insinuano sul mare, ecco la formazione delle trombe d’aria. Fanno parte della natura, bella e pericolosa insieme. In Italia questi fenomeni estremi interessano soprattutto il mare e le coste, con rischi limitati per le persone, ma ciò non toglie che sarebbe utile avere un sistema di allerta più efficace. La natura merita rispetto, chi osserva una tromba d’aria deve ricordare che si tratta di un vortice d’aria capace di raggiungere i 200km/h e gli oggetti sollevati possono diventare veri e propri proiettili. Meglio dunque stare al riparo e se l’intensità è notevole allontanarsi dalle finestre. Però la potenza della natura dovrebbe invogliarci a conoscere meglio e di più. Ben vengano i cacciatori di tornado sui social network, se il loro interesse serve a parlare di un fenomeno poco studiato“.
Il meteorologo del Cnr Marcello Miglietta, intervistato nello stesso articolo, aggiunge che: “la condivisione di foto di trombe d’aria e tempeste su internet ci sta dimostrando che il loro verificarsi in Europa è sottostimato. Sono pochi i Paesi europei che dispongono di sistemi per le allerte specifiche ed è tempo che si investa nella istituzione di un organismo per monitorare e sistematizzare ogni documentazione, anche di privati cittadini, sia per il bene della ricerca, sia della popolazione. In ambiente accademico è un dato assodato che il contributo degli utenti all’osservazione dei fenomeni atmosferici sarà determinante in futuro per migliorare le previsioni a brevissimo termine. Ci sono già molti siti che contano proprio sulle informazioni caricate da semplici cittadini. Nel caso delle trombe d’aria, arricchire la statistica sarebbe più che mai utile, abbiamo riscontro di tornado in Italia che risalgono fino al XIX secolo, ma si tratta di rilevamenti sporadici“.