Terremoto, la drammatica testimonianza: “Pescara del Tronto è finita, non si potrà ricostruire lì”

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“Pescara del Tronto e’ una discarica, casa mia non puo’ essere ricostruita li’, visto anche che in questi giorni qualche autorita’, durante i soccorsi, ci ha rimproverato di aver messo su case sopra la breccia”, la ghiaia. Vincenza ha 65 anni, si e’ salvata dal crollo della sua abitazione con suo marito e sua madre. Quella notte, il 24 agosto, erano tutti in casa quando la terra ha tremato fortissimo. “Grazie a Dio non c’era mia figlia, e ci siamo salvati” dice all’ANSA prima che nella palestra di Ascoli Piceno comincino i funerali di 35 delle vittime. “Ma per me le persone che riposano in quelle bare sono come un padre, un fratello, un figlio. Pescara del Tronto era come un condominio, in inverno risiedevamo li’ in 70-80 persone. Non sara’ mai piu’ cosi'”. Vincenza, e la sua amica Luciana, di poco piu’ giovane, ora vive in tenda. ”Ho ricoverato mia madre in una struttura di Offida, io da due giorni vado in giro, un po’ in tenda, un po’ vagando. Ieri sono riuscita a farmi una doccia e oggi eccomi qui a salutare la grande famiglia di Pescara del Tronto che non c’e’ piu”’.

LaPresse/Stefano Costantino
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Una tragedia che ha cancellato un’intera comunita’. “E dobbiamo quasi rallegrarci che tutto cio’ sia avvenuto dopo che domenica scorsa tanti turisti sono andati via, altrimenti ora staremmo a piangere centinaia di persone in piu’, tante quante in estate vengono a godersi il nostro paesino”. Vincenza e Luciana guardano al futuro, ma non sara’ affatto facile. “Le nostre erano case vecchie, sapevamo che erano su un territorio a rischio; sono state man mano ricostruite tenendo conto di questo, ma purtroppo non con vere e propri accorgimenti antisismici” osserva Luciana.

LaPresse/Stefano Costantino
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”Pescara del Tronto non puo’ essere ricostruita li’, e’ evidente a tutti”. Intanto pero’ bisogna pensare al presente. “Possiamo stare in tenda ancora qualche giorno, li’ nel campo di Borgo d’Arquata, ma questo non sara’ possibile per tanto tempo ancora, la notte le temperature diventano fredde. Va trovata subito una soluzione”. Poi, nelle parole di Vincenza riaffiora un ricordo della notte maledetta. ”Siamo riusciti a tirarci via da casa quando sono arrivati i soccorsi. Mio marito ha accompagnato alcuni vigili del fuoco in un’abitazione dove sapevamo che c’erano due bambini. I pompieri, bravissimi, li hanno individuati e tirati fuori. Purtroppo uno era gia’ morto sotto le macerie, ma l’altro ce l’ha fatta”. ”I soccorsi sono stati di grande umanita’, efficienti, abbiamo avuto e abbiamo ancora grande assistenza. Ora pero’ – conclude Vincenza – va trovata un’alternativa alle tende. Possiamo stare li’ ancora per poco, poi non sara’ piu’ possibile”.

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