Il matematico statunitense Joseph Keller, che con una formula per primo svelò il segreto della corsa perfetta, è morto nella sua casa di Palo Alto, in California, all’età di 93 anni in seguito alle complicazioni di un tumore che gli era stato diagnosticato nel 2003. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla Stanford University, di cui era professore emerito di matematica e matematica applicata. Nel 1996 Keller fu insignito del prestigioso Wolf Prize alla carriera per i suoi studi di matematica applicata a una vasta serie di problemi, dagli effetti delle esplosioni sottomarine allo jogging. Famoso per i suoi significativi studi nel campo delle scienze fisiche, il professore Keller ha applicato la matematica a un’ampia gamma di problemi ingegneristici per trovare soluzioni adeguate. In ambito accademico era noto anche per la sua teoria geometrica della diffrazione, un metodo per descrivere la propagazione delle onde. Il suo nome era emerso fuori dall’ambito accademico oltre 40 anni fa. Un noto studio condotto da Keller nel 1974 aveva concluso che l’esecuzione di una corsa richiede che un atleta mantenga una velocità quasi costante per ottenere la massima efficacia. Keller presume che un corridore tenga il suo massimo assorbimento di ossigeno a un valore costante, e che tale valore aumenti progressivamente al suo valore massimo durante la corsa per poi scendere alla fine. Nel 2014 due ricercatori francesi, Amandine Aftalion e Frederic Bonnans, hanno smentito con un’elaborazione informatica la teoria di Keller, asserendo che variare la propria velocità quando si corre consente di massimizzare la propria performance.