Si propaga inizialmente in maniera ordinata, tale da ricordare i raggi del Sole in un disegno infantile, e nel corso del suo viaggio nello spazio conosce un’evoluzione che lo porta a muoversi in modo impetuoso e a raffiche, come quando si avvicina alla Terra: è il vento solare, il flusso costante di particelle cariche emesse dal Sole, che, scoperto negli anni ’50, riserva ancora molte sorprese alla comunità scientifica.
La fase di transizione da una struttura ordinata ad una condizione di turbolenza costituiva ancora un grande punto interrogativo, ma grazie ai dati raccolti dalla missione STEREO (Solar TErrestrial RElations Observatory) della NASA gli scienziati hanno provato a chiarire la situazione. Frutto dell’indagine è il paper “Fading coronal structure and the onset of turbulence in the young solar wind”, pubblicato il 1° settembre scorso su The Astrophysical Journal.
Il team della ricerca, che ha coinvolto il Goddard Space Center della NASA e varie istituzioni scientifiche come il Southwest Research Institute, ha preso come punto di partenza il materiale di cui sono costituiti il Sole e la sua atmosfera ovvero il plasma. Si tratta di un insieme di particelle di carica positiva e negativa che, a causa di temperature estremamente elevate, sono separate e che si muovono secondo le linee del campo magnetico. Dalla corona – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – il materiale fluisce nello spazio e permea il Sistema Solare con il vento solare.
Tuttavia, gli studiosi hanno riscontrato che quando il plasma si muove particolarmente lontano dal Sole, la situazione cambia. L’astro cardine del nostro sistema planetario comincia infatti a perdere il controllo magnetico sul materiale emesso, che si comporta più come un gas che come plasma strutturato. La perdita d’influenza del campo magnetico fa sì che si formi il limite che definisce la corona esterna, il vero e proprio ‘bordo’del Sole.
Come illustrato in questo video della NASA (cliccare qui), la transizione da una struttura radiale ad una più disordinata ricorda gli zampilli di una pistola ad acqua che dopo essere stati lanciati si trasformano in goccioline. Nelle immagini utilizzate per lo studio, il plasma solare è stato quindi colto nella fase in cui i getti diventano piccole gocce.
L’analisi delle immagini è stata molto complessa e ha richiesto una particolare cura nel trattamento perché la visione del fenomeno era disturbata da una serie di fattori esterni, come fonti di luce molto brillanti. Il plasma del vento solare è infatti molto tenue.
Questo ulteriore tassello, che contribuisce a rendere più chiara l’evoluzione del vento solare, è di grande importanza per approfondire la natura del Sole, dal nucleo al limitare dell’eliosfera, e l’influenza che esso esercita in tutto il Sistema Solare.