Acqua potabile nei paesi poveri: un sogno che potrebbe diventare realtà

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Si tratta di Warka Water: una torre in grado di raccogliere le molecole d’acqua che si trovano nell’aria, per rendere realizzabile il sogno dell’acqua potabile anche nei paesi più poveri. I prototipi, presenti anche alla Maker Faire Rome, sono stati già testati in Etiopia e sembrano in grado di produrre ben 100 litri d’acqua al giorno in un anno a costo zero. Necessitano di pannelli solari, per garantire l’energia elettrica, e dell’accesso ad internet, ma possono essere costruiti ovunque.

“Stiamo testando Warka WAter da più di un anno e mezzo – ha spiegato l’architetto Arturo Vittori, ideatore del progetto – migliorandolo alla ricerca di materiali adatti alle varie condizioni climatiche, dai deserti alle zone marittime a quelle tropicali, e per abbassarne sempre più i costi, oggi possono bastare tra i 500 e 1000 dollari per dare acqua a un villaggio”. L’accesso all’acqua potabile è un enorme problema nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo e l’idea alla base di Warka Water è proprio quella di intercettare, per mezzo di una rete stesa all’interno di una semplice torre fatta con pali in legno intrecciati, l’acqua presente nell’aria. Le goccioline che si formano per condensazione sulla rete cadono per gravità verso un imbuto e poi un serbatoio, ottenendo acqua pulita. “Puntiamo a costruire una rete di persone locali – ha aggiunto Vittori – che imparino a costruire le torri, con materiali prodotti in loco, e che le torri diventino non solo serbatoi ma anche punti dove educare i bambini all’uso di acqua non contaminata. Un passo ulteriore sara’ poi anche dotare le torri con pannelli fotovoltaici per dare energia elettrica e un accesso alle informazioni che arrivano dal mondo della rete. Ne serviranno migliaia in tutto il mondo, stiamo crescendo e a breve tutto sara’ open source”.

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