Le piante si stanno adattando sempre di più all’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. E’ quanto emerge da una ricerca, condotta dall’Università di Southampton, Regno Unito, e pubblicata recentemente sulla rivista ”Global Change Biology”. La ricerca, in parte sostenuta attraverso il progetto Expeer, finanziato dall’Ue, mostra che quando le piante sono esposte a elevate emissioni di CO2, l’espressione genetica è alterata, indicando che i cambiamenti della regolazione genetica potrebbero essere un meccanismo evidente che riguarda l’adattamento a livelli elevati di CO2. L’impatto a breve termine dell’aumento di CO2 sulle piante, secondo i ricercatori, è da considerare relativamente positivo, perché fa aumentare la fotosintesi e la crescita della pianta, compresa la crescita delle coltivazioni e la produzione alimentare.
Negli ultimi decenni in effetti la Terra è diventata più verde perché la crescita della vegetazione è stata stimolata dall’aumento di CO2. L’impatto a lungo termine dei livelli più alti di CO2 atmosferico sulla vita delle piante è tuttavia ancora dibattuto in ambito scientifico. ”Finora sono state raccolte poche informazioni sugli impatti a lungo termine dell’aumento di CO2 per più generazioni, e non è stato condotto alcuno studio sulla firma molecolare alla base di tale adattamento’‘, ha commentato l’autore principale dello studio, Gail Taylor dell’Università di Southampton. Per studiare più a fondo la questione, il team di ricerca ha usato una risorsa unica, delle sorgenti in cui il CO2 è naturalmente alto e dove le piante sono state esposte a più CO2 per molte centinaia di anni e diverse generazioni di piante.
Quando sono state esaminate le piante di plantago lanceolata in un sito di questo tipo a Bossoleto, Italia, e ne è stata confrontata la firma molecolare con le stesse piante di un sito ”di controllo” vicino (con livelli di CO2 odierni) sono state rilevate forti differenze nell’espressione genetica totale (il processo per mezzo del quale i geni sono attivati per produrre una proteina necessaria). ‘‘Lo studio dimostra che quando prendiamo piante di questi due luoghi, che rappresentano l’atmosfera di oggi rispetto a quella del futuro (fino al 2100), e le mettiamo nello stesso AMBIENTE, le piante dei siti con sorgenti di CO2 sono più grandi e hanno migliori tassi di fotosintesi,’‘ ha detto Taylor. ”Ma soprattutto, le piante dei siti sorgente mostrano differenze nell’espressione di centinaia di geni”. La professoressa e il suo team prevedono, sulla base dei dati sull’espressione genetica in loro possesso, che il verde del pianeta continuerà a crescere. ”Non si fermerà e non si acclimaterà man mano che il CO2 continuerà ad aumentare, ma una parte del carbonio in più nelle piante del futuro probabilmente confluirà in sostanze chimiche secondarie per la difesa della pianta. Questo è associato a una maggiore espressione genetica riguardante la respirazione della pianta” conclude Taylor.