Perché alcune specie possono cambiare i denti più volte nella vita? Uno studio sulla mandibola di un pesce vissuto oltre 400 milioni di anni fa potrebbe rivelarci il motivo. La mandibola fossile, descritta su Nature, è stata studiata da un gruppo di ricercatori dell’Università svedese Uppsala in collaborazione con il Centro europeo per la luce di sincrotrone (Esrf) di Grenoble. La luce di sincrotrone ha permesso infatti di osservare la struttura interna della mascella, della lunghezza di appena un centimetro, che è appartenuta ad un pesce chiamato Andreolepide.
Attraverso le immagini è possibile comprendere le primissime fasi in cui si è evoluto il meccanismo di sostituzione dei denti: si possono notare infatti tutte le cicatrici che si formano quando un dente cade e viene sostituito da uno nuovo. Quando il meccanismo si è evoluto, ha tentato di sopperire all’usura dei denti in due modi molto diversi: negli squali e nelle razze, quando il dente cade, le fibre che lo ancorano alla mascella si dissolvono per cui cadrà anche la radice, nei pesci e nei vertebrati (compreso l’uomo) i denti ‘da latte’ si attaccano alla mascella attraverso l’osso di attaccamento, un tessuto speciale che viene reciso quando il dente cade, grazie a cellule specializzate che riassorbono il tessuto. E’ proprio per questo motivo che i nostri denti da latte perdono le loro radici prima di cadere e cade solo la corona coperta di smalto.
”Quando un dente cade, il processo di riassorbimento crea un avvallamento nell’area dove era stato attaccato” ha detto il primo autore Donglei Chen, dell’universita’ di Uppsala. Quando spunta il dente nuovo, ha aggiunto, questo viene cementato nel tessuto osseo ma sotto, dove era attaccato l’altro dente, resta la cicatrice. ”Abbiamo trovato fino a 4 di queste cicatrici sotto ogni dente, impilate una sopra l’altra. Questo dimostra – ha spiegato – che i denti sono stati sostituiti più volte durante la vita del pesce”