A causa del terremoto, che ha interrotto i collegamenti viari, soprattutto nelle frazioni più isolate, alcuni allevatori sono costretti a buttare via il latte che va necessariamente munto a mucche e pecore. Questo perché le cooperative e i consorzi caseari non riescono a raggiungere i pascoli e le vicine stalle. Si tratta di casi limite, ma fanno parte delle criticità esposte dagli allevatori alla Coldiretti al punto di ascolto di Norcia. Il territorio è prevalentemente ricco di allevamenti di animali, da carne e da latte.
Quelli da latte, in particolare, “vanno lavorati ogni giorno ma il prodotto in alcuni casi deve essere buttato se non viene ritirato”, come raccontano i produttori. Il mondo agricolo, fondamentale per l’economia locale, lamenta anche altre cose: chi ha avuto le stalle danneggiate dal sisma non sa dove ricoverare il bestiame. Inoltre bisogna ricordare che l’Appennino e’ popolato di lupi, perciò è sconsigliabile avere animali liberi di notte.
In aiuto degli allevatori si e’ mobilitato anche il Soccorso alpino. Stamani una squadra ha raggiunto allevamenti di bovini, ovini e cavalli sopra Castelluccio, con migliaia di capi. Quindi hanno iniziato un trasferimento, portandone 600 a valle, in transumanza. L’itinerario è stato malagevole soprattutto per gli agnellini in quanto, visto che le strade ordinarie sono ostruite da massi, si sono dovuti percorrere dei tratti difficili, con pendii scoscesi dove si dove evitare di ferire gli animali.