Sempre più spesso si sente parlare di batteri resistenti agli antibiotici, questo accade per svariati motivi: eccesso di prescrizione, pazienti che non finiscono la terapia prescritta, uso eccessivo negli allevamenti, scarso controllo delle infezioni negli ospedali, mancanza di igiene e di nuovi antibiotici in sviluppo. Lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Settimana mondiale di informazione sugli antibiotici (World Antibiotic Awareness Week), che si svolge dal 14 al 20 novembre. La campagna mondiale, organizzata con la Fao e l’Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie), ha come slogan ‘Antibiotics: Handle With Care’ (Antibiotici: maneggiare con cura!), per sottolineare quanto questi farmaci siano una risorsa preziosa da utilizzare per il trattamento delle infezioni batteriche solo quando prescritti da un medico o, nel caso di salute animale, da un veterinario. In Europa il 18 novembre ci sarà la Giornata europea degli antibiotici organizzata dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) per sensibilizzare riguardo la minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, e per dare delle linee guida sull’uso prudente degli antibiotici stessi: sembra infatti che 1/6 della popolazione europea non sappia che gli antibiotici perdono efficacia se maneggiati in modo improprio. E’ dunque importante, spiega l’Ecdc, far arrivare al pubblico il messaggio che gli antibiotici possono essere prescritti soltanto da un medico dopo la visita, che questi farmaci non sono antidolorifici e non possono curare ogni malattia, e che esistono altri medicinali che possono aiutare ad alleviare i sintomi. E ancora, gli antibiotici non servono contro il raffreddore o l’influenza.