Green Hill, l’Enpa: “Ricordiamo che la Marshall è stata condannata per la morte di 6.000 cani”

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“A chi oggi si straccia le vesti per l’addio della Marshall, vorremmo ricordare quanto la Corte d’Appello di Brescia scriveva lo scorso maggio nella sentenza con cui venivano confermate le condanne inflitte in primo grado ai vertici di Green Hill per le morti dei beagle e le terribili sofferenze patite dai cani detenuti nell’allevamento”. Lo dice in un comunicato l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che nel procedimento giudiziario e’ stata parte civile. “Sofferenze – scrive l’Enpa – che furono causate da condotte ‘rispondenti ad una precisa e voluta politica aziendale volta a massimizzare i profitti e a minimizzare i costi di gestione a scapito della salute e del benessere degli animali’. Tutto questo in nome di ‘una politica che andava in senso diametralmente opposto all’evoluzione normativa e comunitaria, imperniata sempre piu’ sulla considerazione e tutela dell’animale quale soggetto vivente in grado di apprezzare il dolore e la sofferenza'”. “Qui – dichiara l’Enpa – si tratta anche di una struttura che, come acclarato nei primi due gradi di giudizio, ha sistematicamente violato la legge italiana, causando, secondo l’accusa, la morte di oltre 6mila cani e maltrattandone moltissimi altri. Animali che, e’ bene ricordarlo, anche quando sono riusciti a sopravvivere, lo hanno fatto in condizioni infernali. Oggi – conclude l’Enpa – una buona notizia c’e’: l’esperienza Green Hill va per sempre in archivio. Ora aspettiamo solo il verdetto della Cassazione”. 

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