Previsioni Meteo – Dopo aver attraversato l’intero territorio nazionale, sotto forma di intensi e freddissimi venti di bora e grecale (che stanno acuendo ulteriormente la sensazione di freddo percepito sulla nostra pelle), l’aria fredda in queste ore tende a dilagare sullo Ionio, dove in queste ore sono attivi venti forti da N-NE e Nord che raggiungono l’intensità di burrasca forte in mare aperto. L’intensa ventilazione settentrionale in queste ore sta spazzando il Molise, la Puglia, le coste della Calabria ionica e la Sicilia, con raffiche che raggiungono punte di oltre 60-70 km/h. Ma già dal pomeriggio e dalla successiva serata, con l’avvicinamento del bordo più meridionale dell’anticiclone oceanico e l’allentamento del fitto “gradiente barico orizzontale” presente fra Balcani e mari meridionali italiani, gli intensi venti di grecale e tramontana, i veri protagonisti della giornata nelle regioni meridionali, tenderanno gradualmente ad attenuarsi, portandosi ben al di sotto della soglia d’attenzione e cominciando a ruotare più dai quadranti nord-occidentali.
Segno dell’ingresso dell’ampia curvatura anticiclonica, facente capo all’anticiclone oceanico, ora disteso con le sue propaggini più orientali in direzione della Germania e della Repubblica Ceca, fin sul bacino centrale del Mediterraneo. La spinta dell’anticiclone dinamico piuttosto repentina avrà il merito non solo di stabilizzare l’intera colonna troposferica, ma anche quello di cominciare ad “avvettare” masse d’aria via via sempre più miti in quota, che contribuiranno a scacciare l’avvezione fredda verso i Balcani e la Grecia. Ciò nei prossimi giorni si concretizzerà con un tipo di tempo decisamente più stabile e soleggiato, ma anche con temperature che diverranno sempre più miti in pieno giorno.
Specialmente dapprima al nord, ed in seguito pure sulle regioni del centro-sud, attualmente interessate dall’avvezione fredda. Da notare pero che ora che al suolo, specialmente sulle pianure del nord e lungo le conche e le vallate interne del centro-nord, si è depositato un piccolo “cuscinetto di aria fredda”, durante le ore notturne, grazie anche all’aria più secca in quota, alla presenza di cieli sereni o poco nuvolosi e alla scarsa ventilazione nei bassi strati, le temperature potranno scivolare anche al di sotto dei +0°C.
Quando il cielo è sereno, in una condizione anticiclonica, con venti deboli o assenti e poco o nullo rimescolamento delle masse d’aria, il terreno irradia calore verso la media atmosfera, liberandolo rapidamente verso l’alto. Tali condizioni agevolano un forte raffreddamento del terreno, favorendo la formazione di uno strato di aria fredda che ristagna presso il suolo, a circa 100-200-300 metri di altezza. Si genera così il fenomeno dell’”inversione termica dinamica”. Questo strato di aria fredda e stabile, essendo più pesante, rimane a livello del suolo e con la condensazione dell’umidità origina le temute nebbie d‘irraggiamento, molto note in inverno nella pianura Padana e nelle vallate alpine e appenniniche. Essa raggiunge un massimo di intensità al primo mattino per poi scomparire durante le ore più calde della giornata.
Le “inversioni termiche dinamiche” sono provocate sia dalla compressione adiabatica generata dai moti discendenti, tipici di un’area anticiclonica dinamica, che dall’orografia locale. In genere questo tipo di inversione si estendono dai 850 hpa ai 600 hpa, ma in presenza di forti e robusti anticicloni possono investire anche gli strati più prossimi al suolo. Generalmente questo tipo di inversioni termiche si riscontrano spesso nelle vallate interne delle regioni montuose di Alpi e Appennini (in particolare nelle doline di natura carsica). Specie nelle lunghe e serene nottate invernali, in presenza di una ventilazione debole o assente nei medi e bassi strati, può capitare che una massa d’aria molto fredda e più pesante, presente negli strati più alti, tenda a scorrere sopra di una massa d’aria più temperata, che preesiste negli strati più bassi.
In questi casi l’aria fredda presente in quota, molto più densa e pesante dell’aria più mite presente nei bassi strati, per ragioni di equilibrio termodinamico è costretta a scivolare verso il fondo della vallata, costringendo a sua volta l’aria più tiepida presente in basso a salire lungo i fianchi della montagna, favorendo un importante aumento dei valori termici alle quote più elevate.
Sono identificabili da una debole diminuzione della temperatura man mano che si sale di quota, o al più da un lieve incremento, oltre ad una contemporanea e netta diminuzione della temperatura di rugiada. Per cui non bisognerà stupirsi più di tanto se nei prossimi giorni su diverse località del centro-nord si potranno registrare temperature minime di poco al di sotto dei +0°C. Specie in presenza di scarsa ventilazione e cieli limpidi e sereni.
Ecco le pagine utili per monitorare la situazione in tempo reale: