Sono state 700 le scosse che hanno seguito il terremoto di magnitudo 6.5 che ieri ha devastato il centro-Italia, mettendo a dura prova tutta la nostra penisola. Il sisma è stato più forte dei precedenti, potente quasi quanto quello dell’Irpinia ed è riuscito a far abbassare il suolo delle zone interessante fino a 70 centimetri. Adesso tuttavia, la vera emergenza è quella dagli sfollati: sono oltre 15mila le persone assistite dal Servizio nazionale della Protezione civile, ed il numero potrebbe salire ancora. Non si ha per il momento una stima precisa degli sfollati, tra i quali sono compresi anche coloro che, pur avendo perso la casa, hanno trovato da soli una sistemazione alternativa.
L’emergenza più grave si registra nelle Marche, dove i senza casa sarebbero 25mila, quasi tutti concentrati (circa 21mila) nella provincia di Macerata. In Umbria invece gli sfollati sarebbero più di 5mila (di cui 2.800 assistiti), in Abruzzo 3.000, mentre in Lazio i soli assistiti circa 800. Sono poi molti i cittadini che non hanno voluto abbandonare le loro case, ed hanno preferito trascorrere la notte in auto. Molti soprattutto a Norcia, la città divenuta il simbolo di questo Terremoto, con la Cattedrale di San Benedetto devastata, hanno chiesto di poter restare nella loro terra, in tende attrezzate fin quando non saranno pronte le casette di legno.
“Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna, sotto la neve. Gli alberghi ci sono, per tutti”, aveva risposto in mattinata il presidente del Consiglio. Ma vista la determinazione di alcuni gruppi di sfollati, si è reso necessario trovare un compromesso: ridurre al minimo il periodo da trascorrere negli hotel, mettendo a disposizione container, che potrebbero arrivare prima di Natale e che serviranno solo fino all’arrivo delle casette di legno. La soluzione è stata proposta dal Consiglio dei ministri straordinario allargato ai presidenti delle quattro regioni vittime del sisma (Umbria, Marche,Lazio e Abruzzo), al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e al Commissario per il sisma, Vasco Errani. Per il momento nelle zone soggette al sisma sono arrivate anche delle tende collettive: tre quelle montate a Norcia, che dovrebbero garantire 300 posti letto.
Molti tuttavia hanno fatto la scelta inversa: sono circa 2.000 le persone che la scorsa notte hanno raggiunto in massa l’hub di raccolta e smistamento di Porto Sant’Elpidio, sulla costa adriatica in provincia di Fermo,e che sono state collocate in strutture di accoglienza della zona. La situazione della viabilità è ancora molto critica, soprattutto a causa di frane e rischi di caduta massi sulle strade, mentre hanno ripreso a funzionare le linee telefoniche ed elettriche.
Intanto gli effetti si stanno subendo anche a Roma, alle prese con delle verifiche tecniche: oltre alle scuole, chiusa anche l’Università La Sapienza per verifiche, mentre sono risultate inagibili due Chiese del centro, San Francesco nel rione Monti e quella di piazza Sant’Eustachio e per diverse ore il traffico è stato vietato sul Ponte Mazzini, sul Lungotevere, a causa di una crepa e di una perdita d’acqua.