Terremoto, Coldiretti Lazio: la prossima settimana i primi 20 ricoveri per il bestiame

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Dobbiamo tenere duro ancora qualche giorno. In mattinata l’assessore regionale all’Agricoltura mi ha confermato la chiusura del bando, per cui la prossima settimana saranno consegnati agli allevatori i primi venti ricoveri provvisori per il bestiame”: lo ha detto Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio, durante l’incontro avuto con una rappresentanza degli oltre novecento, tra agricoltori e allevatori, residenti nelle campagne tra Amatrice e Accumoli e che costituiscono di fatto l’ossatura del sistema economico dei due comuni danneggiati dal terremoto del 24 agosto e piegati definitivamente dal sisma della scorsa settimana. ”Gli allevatori – sottolinea Mattia – sono ormai allo stremo. Molti di loro, disperati per il protrarsi della situazione di precarietà, pensano di mollare, di vendere le bestie, di chiudere stalle e aziende agricole e di lasciare i loro paesi. La novità annunciata dall’assessore all’Agricoltura, Carlo Hausmann, ci ha aiutato a vincere il disagio e lo sconforto, abbiamo riguadagnato tempo, si sono riaccese le speranze di una pronta ripresa dell’agricoltura e della zootecnia grazie al rapido ritorno alla normalità produttiva“. “L’auspicio è che con altrettanta solerzia – aggiunge Mattia – le istituzioni provvedano a sbloccare l’iter per la consegna dei moduli abitativi alle famiglie che dallo scorso agosto vivono in condizioni drammatiche, passando le notti in rifugi di fortuna, nelle tende o nelle macchine per restare accanto alle aziende e vigilare sulle mandrie per evitare furti o episodi di vandalismo”. ”Bene le stalle provvisorie – aggiunge il presidente della Coldiretti del Lazio, David Granieri – per ricostruire il tessuto sociale e il patrimonio produttivo di assoluta eccellenza e immaginare la ripartenza dell’economia del territorio. Senza gli allevamenti, senza agriturismi, senza coltivazioni e produzioni tipiche Amatrice e Accumoli rischiano di rinunciare per sempre anche all’indotto turistico. Sarebbe un dramma nel dramma”.

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