Ospedale di Fermo, nelle Marche. La scorsa notte un’operazione chirurgica tra le scosse: sono infatti stati prelevati gli organi di una donna di 56 anni deceduta per emorragia cerebrale. “Nonostante il sisma continua l’attività di donazione e trapianti. E sembra essere incentivata, in un momento cosi’ drammatico, da un risvegliato senso di solidarietà”, sottolinea all’Ansa Francesca De Pace, coordinatore regionale del Centro Nazionale Trapianti delle Marche. Infatti, prosegue “nella nostra regione, negli ultimi 10 giorni abbiamo avuto ben 5 donazioni, di cui tre di organi e due di tessuti”. Nonostante l’influenza di una forte componente psicologica, il terremoto non ferma il lavoro di medici e infermieri, “che – prosegue De Pace – vivono con grandissimo senso di dedizione la loro missione, nonostante spesso siano loro stessi sfollati”.
L’ospedale di Fermo, nel caso specifico, è sovraccarico perché oltre a raccogliere i pazienti di Amandola, serve tutte le zone interne. Proprio ieri mattina si è concluso il prelievo multiorgano: uno dei due reni è stato trapiantato all’ospedale di Ancona, un altro a Genova, i polmoni a Bologna. Il prelievo, conclude De Pace, “è terminato appena in tempo per non sentire la forte scossa delle 8.56 e, più di altri, ha ridato speranza: è un simbolo di come dalla morte la vita rinasca e conferma che la rete dei trapianti funziona anche in condizioni critiche”.