Terremoto: gli hotel della costa sono pieni di sfollati, il turismo è a rischio

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“Parlare adesso di turismo, di stagione estiva e prenotazioni è prematuro, anche perché negli eventi promozionali in giro per l’Italia e l’Europa riceviamo tanta solidarietà ma non certo richieste di prenotazioni”. Lo afferma Daniele Gatti il direttore del Camping Holiday di Porto Sant’Elpidio (Fermo) che ha riaperto le porte d’autunno per ospitare 570 dei circa 7 mila sfollati del terremoto spostati lungo la costa. Le altre due strutture ricettive, La Risacca e le Mimose, ne alloggiano altrettanti, e lo slancio sincero dell’accoglienza si mescola al sentimento di incertezza per il futuro. ”Siamo in prima linea nell’emergenza – spiega Gatti -, e sosteniamo noi le prime spese, in attesa di firmare i contratti con la Regione: dalle materie prime per i pasti, al personale che abbiamo richiamato in turno. Da 12 giorni forniamo a spese nostre tre pasti al giorno e il cambio biancheria per ogni singolo ospite, in attesa che venga definita la durata dell’accoglienza”.

La Regione precisa che ogni fattura è stata evasa, e che un vademecum aiuterà a compilare i moduli correttamente. Già nel 2009, con il terremoto dell’Aquila, Porto Sant’Elpidio si era prestata all’accoglienza fino ad aprile. ”E’ probabile che questo contratto avra’ gli stessi tempi, ma fin quando continueranno le scosse e l’onda mediatica – conclude Gatti – sara’ difficile pensare al turismo”. L’Holiday d’estate conta 245 mila presenze sui circa 600 mila turisti , e il rischio ‘flop’ per il 2017 e’ reale. “Ospitiamo 300 sfollati in appartamentini in muratura” racconta Roberta Sabbatini, che gestisce la struttura Le Mimose. ”I terremotati sono splendidi, mi chiedono di poter dare una mano a spazzare, a cucinare. Noi offriamo la massima collaborazione, e anche solo una parola di conforto”. C’e’ anche un doposcuola, e si preparano menu’ ”con cibi graditi alla gente di montagna, che spesso il pesce lo mangia mal volentieri”.

Molti, racconta Roberta, ”hanno bisogno di sfogarsi, alcuni vanno a vedere quel che rimane delle loro case, e il supporto degli psicologi e’ fondamentale. Tutto peggiorera’ con l’arrivo del Natale, per questo stiamo organizzando un pranzo insieme con i tortellini fatti dalle donne della Valnerina”. Fin qui l’accoglienza, ma il turismo è un altro discorso. “Abbiamo avuto disdette per il ponte dell’8 dicembre – conclude Sabbatini -, una una sessantina di piazzole prenotate, e altrettante rinunce. Alla fiera di Lugano ci hanno chiesto informazioni, ma nessuna prenotazione”. Anche l’assessore al Turismo Milena Sebastiani appare preoccupata: ”in calendario a giugno abbiamo 3 grossi eventi che richiedono la disponibilita’ delle strutture per migliaia di persone. Mi auguro che per allora l’emergenza sia rientrata”. Soprattutto, c’è il timore che il territorio perda appeal: ”un rischio reale esiste, ma vedo che c’e anche voglia di ricominciare da parte degli sfollati. Ad esempio per Natale i commercianti ed artigiani ospiti in citta’ ci hanno chiesto di poter partecipare ai mercatini con i loro prodotti, come pure parrucchieri ed estetiste delle zone del cratere”. Intanto si ricreano paesi nei paesi. ”Cerchiamo di favorire ricongiungimenti e la mobilita’ tra gruppi familiari o sociali, cosi da riuscire meglio a tamponare la richiesta di posti letto” sottolinea Lorenzo Alessandrini, a capo dell’hub elpidiense. ”Siamo continuamente in overbooking ma pronti a rastrellare altri posti su tutta la costa”. Ma il nodo da sciogliere e’ quello delle scuole, ”la vera variabile che orienta molte famiglie”.

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