Terremoto: il vescovo di Loreto reciterà in dialetto napoletano, per beneficenza

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L’arcivescovo di Loreto mons. Giovanni Tonucci diventa attore: indosserà tunica e parrucca e reciterà in dialetto napoletano, interpretando il ruolo della Madonna in uno spettacolo di beneficenza per i terremotati. Insieme a lui tutti i parroci della città mariana e il direttore del Centro Giovanni Paolo II di Montorso, oltre agli attori del gruppo parrocchiale L’Allegra Brigata. Lo show si chiamerà “Vita…morte e miracoli” e andrà in scena questa sera e domani pomeriggio in una tensostruttura a Villa Musone. L’ingresso costa 5 euro: l’incasso sarà devoluto a una parrocchia delle zone devastate dal sisma nel Maceratese. I temi dello spettacolo, in chiave comica, saranno matrimonio e vita di coppia, condoglianze e preoccupazione per un medico i cui pazienti finiscono tutti per morire: ai preti toccherà la parte dedicata ai miracoli.

“Nello specifico – racconta la regista Donatella Salemi – al miracolo più famoso avvenuto a Loreto”, ossia la traslazione della Santa Casa da Nazareth ai colli marchigiani. La trama sarà invece top secret: la lista dei personaggi comprenderà l’arcangelo Gabriele, un cherubino, Baldassarre, Ponzio Pilato. E poiché Maria parlerà in napoletano, ci sarà di aspettarsi un colpo di scena finale, forse uno scambio di persona. L’idea di chiedere a mons. Tonucci, che a 74 anni si prepara al ‘pensionamento’, di recitare è stata della regista: “sapevamo che aveva trascorsi giovanili nelle filodrammatiche della sua citta’, Fano, e ogni anno interpreta il ruolo del Cireneo nella processione del Venerdi’ Santo a Loreto. Ma non speravo che avrebbe accettato”. Invece dopo un momento di perplessita’ iniziale, “ha chiesto di vedere il copione” e poi ha detto sì, anche se ha tentato di evitare il dialetto napoletano. “Ma poi si e’ comportato da vero professionista: ha preso lezioni e ascoltato registrazioni per acquisire l’accento giusto. E poi e’ stato sempre preciso, puntuale, ben preparato. Certo, per la dizione lo ha aiutato il lavoro che fa…. Ma, ad esempio, per i movimenti, ho dovuto correggergli la ‘postura da pulpito’. E anche l’arcivescovo ci ha insegnato qualcosa: per la respirazione, per le pause, i momenti di sospensione, in modo da far crescere l’attenzione e l’attesa da parte degli spettatori”. Il periodo delle prove “lo ricorderò sempre come un’esperienza che ci ha arricchito tutti: insieme abbiamo parlato di tante cose“. Inizialmente l’incasso per lo spettacolo doveva essere destinato ad Amatrice, ma poi – spiega la regista – “ci siamo trovati il Terremoto in casa”. Il teatro della parrocchia della Santa Casa, sede della compagnia, e’ inagibile. A Loreto sono ospitati circa 300 sfollati nel Palazzo Illirico e negli alberghi della zona. Il Centro di Montorso, la casa voluta da Giovanni Paolo II per i giovani d’Italia e d’Europa, ora accoglie una settantina di sfollati anziani bisognosi di assistenza ed e’ diventata – si legge sul sito del Centro – “una fucina di amore, solidarieta’, servizio”. 

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