La situazione degli anziani non autosufficienti nei territori colpiti dal Terremoto diventa sempre più complicata: la violenza delle scosse ha reso inagibili almeno 19 strutture residenziali tra Case di riposo, Residenze protette e Residenze sanitarie assistenziali , come ricordano le organizzazioni sindacali dei pensionati di Spi Fnp e Uilp. Secondo stime recenti, sono circa 470 gli anziani non autosufficienti ricollocati in altre strutture, al domicilio o presso hotel e scuole, in un contesto in cui gli indici di invecchiamento nelle zone interne delle tre province più colpite (Macerata, Fermo e Ascoli Piceno) sono tra i più elevati del Paese.
In totale sono quasi 30.000 gli anziani non autosufficienti, e dalle province, dicono i sindacati, arrivano numerose segnalazioni di difficoltà nell’erogazione dei servizi di assistenza domiciliare da parte dei Comuni e delle cure domiciliari gestite dai Distretti sanitari. Oltretutto molte assistenti sanitarie, alias le badanti, sono fuggite in altri luoghi per timore del terremoto. Moltissime famiglie “sfollate” o in difficoltà sono rimaste sole a prendersi cura dei loro congiunti non autosufficienti. Il problema esisteva anche prima del Terremoto, quando Spi, Fnp e Uilp avevano chiesto alla Regione Marche lo stanziamento di un fondo regionale per il finanziamento di un piano straordinario di servizi residenziali, diurni e domiciliari per le persone non autosufficienti e le loro famiglie. Un intervento che allo stato attuale diventa ora ancora più urgente.