“Noi non abbiamo mai impostato le cose né in una forma di braccio di ferro, né in una forma di deportazione”. Lo afferma il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio a Radio 24, sullo spostamento delle popolazioni colpite dal sisma. “Noi – spiega Curcio – stiamo dando dei suggerimenti, stiamo dando delle opportunita’, capiamo la difficolta’ di molti a lasciare il proprio territorio e anche la risorsa e la ricchezza e la fierezza di essere attaccati al proprio territorio, e’ una cosa, diciamo, molto positiva, molto bella. Stiamo dicendo pero’ che spostarsi temporaneamente non significa non rientrare, anzi significa consentire, a chi lo deve fare, la messa in sicurezza dove possibile, piuttosto che prendere delle decisioni che consentiranno appunto piu’ avanti il rientro in sicurezza”.
“Poi, ovviamente – prosegue il capo della Protezione civile – la scelta è assolutamente personale. Basta che però ci capiamo anche rispetto al rischio che uno corre in certe situazioni. Chi è responsabile del rischio che queste persone si prendono nel momento in cui stanno in una condizione che effettivamente è difficile? Allora su questo bisogna essere onesti e seri fino in fondo e ognuno si assume la propria percentuale di rischio rispetto alle scelte che fa”.
Riguardo gli effetti del maltempo, per Curcio “in assoluto non possiamo escludere che precipitazioni copiose e intense possano provocare non solo ulteriori danni, ma qualche preoccupazione più importante. Questo è il motivo per cui bisogna assolutamente attenersi a quelle che sono le indicazioni che verranno date anche dall’autorità locale. Anche questo – aggiunge – è il motivo per cui noi abbiamo chiesto sin dall’inizio, in questo momento cosi’ particolare dell’anno, di privilegiare il trasferimento, ove possibile ovviamente, in aree al momento più tranquille”.