Terremoto, Renzi a Preci tra la gente: gli abbracci e il sostegno del premier, “sarà dura ma insieme ce la faremo” [FOTO]

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Una nuova scossa di magnitudo 4.8 ha fatto tremare stamattina alle 8,56 le zone dell’Italia centrale gia’ colpite dal sisma del 30 ottobre e da allora sono oltre 1.100 gli eventi sismici rilevati dall’Ingv. Si sono registrati nuovi crolli, mentre continua l’attivita’ di soccorso alle popolazioni coordinata dalla Protezione civile. Nel primo pomeriggio, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha visitato Preci, uno dei Comuni colpiti dal Terremoto in provincia di Perugia; mentre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ridotto il programma della sua visita in Israele e domani si rechera’ nei luoghi colpiti dall’evento sismico. “Chiedono tutti di restare il piu’ possibile qui, e’ comprensibile. Nessuno del resto immagina una deportazione“, ha detto Renzi e ha aggiunto: “La prima emergenza e’ quella psicologica. Ci sono tante preoccupazioni: la prima e’ quella della casa, della lontananza. E’ fisiologico che ci siano queste preoccupazioni. Comprensibilmente vogliono delle soluzioni ponte – ha sottolineato il premier -. Noi abbiamo messo a disposizione gli alberghi“, anche perche’ “le tende a dicembre non sono possibili. E’ evidente che la popolazione vive una fase di grandissima difficoltà e grandissimo stress, è normale, sarebbe assurdo il contrario. Chi di noi ha sentito il terremoto lo ha sentito lontano centinaia di chilometri e ha avuto paura. Bene provate a pensare cosa significa per parte della popolazione stare due mesi con scosse continue, in alcuni casi, con le case inagibili, quindi è naturale che la prima emergenza è quella psicologica. Poi ci sarà quella della ricostruzione e ci vorrà tempo, ma ce la faremo. Dovremo fare le cose nel modo più serio e lo faremo, faremo con le procedure la velocizzazione delle regole, andremo quindi molto più rapidamente di come sarebbe stato previsto, ma ci vorrà comunque tanto tempo, però oggi la priorità è la ricostruzione dal punto di vista psicologico. Tutta l’Italia deve sentirsi vicina a questa terra, ad Amatrice, Arquata” ha concluso Renzi.

Intanto, gli abitanti di Norcia rimasti nella cittadina avranno a disposizione dodici tende pneumatiche da 30-40 posti, due cucine e una grande tensostruttura con funzione di mensa e come presidio di primo appoggio e assistenza. Arrivati i container-docce nel campo base di Visso. “Finalmente“, e’ il commento di alcuni sfollati che non hanno scelto la soluzione del trasferimento negli alberghi della costa adriatica e quindi dormono in auto o nelle tende, con evidenti problemi di igiene personale. Ma il Terremoto non uccide e ferisce solo fisicamente; uccide e ferisce dentro, incide duramente nella tenuta psicofisica della gente. E lo fa ancor piu’ in giorni come questi, perche’ “ci ha tolto non solo le case e il lavoro e forse il futuro, ma ci ha tolto anche la possibilita’ di ricordare i nostri morti, rendere omaggio ai nostri cari defunti“. Per il giorno dei defunti a Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, ma anche ad Amatrice questo non potra’ avvenire: i cimiteri sono inagibili. Sul fronte laziale del Terremoto, il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, ha ordinato l’evacuazione di tutto il territorio comunale. Ottanta circa le persone che ancora resistono dopo la violenta scossa del 30 settembre, che ha spazzato via quello che restava di un Comune gia’ martoriato dal Terremoto del 24 agosto. Allevatori, agricoltori, altri abitanti che non vogliono andare via, nonostante il quadro in paese e in alcune frazioni sia critico: l’acqua nelle condutture non e’ piu’ potabile, le linee elettriche e telefoniche sono compromesse e, nonostante la riapertura della Salaria, permane l’isolamento di gran parte del territorio.

Terremoto, Renzi: “sfida difficile, lavoreremo con i sindaci”

“Giustamente lo chiedono tutti ed e’ molto bello che lo chiedano. Lo ha chiesto anche don Luciano durante la messa: di restare il piu’ possibile qua. E’ comprensibile e nessuno immagina alcuna deportazione”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, dopo aver preso parte alla messa a Preci. “Cercheremo di trovare delle soluzioni coinvolgendo i sindaci, il nostro obiettivo e’ fare le cose insieme”, ha ribadito. “C’e’ tanta energia da parte nostra ma anche la consapevolezza che questa e’ una sfida tutt’altro che facile”. Gli alberghi “messi a disposizione” delle popolazioni colpite dal sisma sono a una distanza massima “di un’ora, un’ora e un quarto”, ha spiegato. “Ci sono tante preoccupazioni: la prima e’ quello che succedera’ alla casa nella lontananza. Noi abbiamo portato qui molti piu’ carabinieri e poliziotti ma e’ fisiologico che ci sia questa preoccupazione”. “Loro vogliono soluzioni ponte in attesa delle casette che hanno un arco di tempo tra i sei e sette mesi” di realizzazione. “Dall’altro lato c’e’ il problema legato al fatto che non si puo’ stare nelle tende a dicembre, considerato che gia’ adesso fa freddo. Quindi l’obiettivo e’ studiare dei moduli che possano essere messi subito”, ha detto il presidente del Consiglio.

Terremoto, Renzi: “San Benedetto simbolo d’Europa, ricostruiremo case e chiese”

Dovremo ricostruire le case e le chiese. San Benedetto, a Norcia, è il patrono d’Europa ma oggi non è più solo il patrono ma il simbolo d’Europa, e l’Europa va ricostruita esattamente come va ricostruita quella chiesa“. Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, oggi a Preci. “Un pezzettino alla volta ricostruiremo tutto – ha aggiunto – senza promettere miracoli perché chi promette miracoli alimenta false aspettative quindi io sono qui per dire non che sarà facile, che sarà lunga ma lo faremo tutti insieme. A Preci in questa terra colpita ma non piegata con gli abitanti, molti sfollati, da Viola che ha 2 mesi fino a Emilia che ha 103 anni. Ricostruiremo tutto, tutti insieme. Ci vorra’ tempo e tenacia, ma lo faremo. Noi siamo l’Italia“.

Terremoto, Renzi: “ci vorrà tempo ma ce la faremo”

“C’e’ un’emergenza della ricostruzione. Ci vorra’ tempo e ce la faremo, non c’e’ la bacchetta magica. Ma lo faremo, anche se ci vorra’ tanto tempo”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Preci. “Chi in situazioni del genere promette miracoli fa il danno piu’ grande perche’ alimenta la tensione e false aspettative. Sono qui per dire non che sara’ facile ma che sara’ lunga e che lo faremo tutti insieme. Nessuno sara’ escluso”, ha sottolineato il premier Matteo Renzi. “Meno male che siamo in una realta’ che comunque era stata ricostruita in un certo modo”, perche’ “altrove probabilmente conteremmo i morti. Ma oggi – ha aggiunto – la priorita’ e’ venire incontro alle esigenze delle persone. Sono venuto ad ascoltare la messa insieme a mia moglie per portare un messaggio di condivisione, come tutti gli italiani normali, che sono vicini ai connazionali colpiti dal Terremoto. Poi un pezzo alla volta dovremo ricostruire le case e le chiese”.

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