L’attaccante olandese Robin Van Persie rischia di perdere la vista all’occhio sinistro dopo uno terribile scontro di gioco nella partita del campionato turco tra Fenerbahce e Akhisar Belediye.
Il giocatore, ieri, 6 novembre, è rimasto vittima di un tremendo impatto con la spalla di un avversario, iniziando a perdere sangue dall’occhio sinistro ed è stato trasportato in ospedale in barella, visitato dall’equipe medica. Nelle prossime ore si sottoporrà agli ulteriori accertamenti del caso per scongiurare la perdita della vista. Rassicurazioni provengono dallo staff medico della squadra che sottolinea: “Van Persie ha subito un duro colpo all’occhio sinistro che gli ha provocato una lacerazione e il sanguinamento di conseguenza della palpebra. Ora sta meglio e le condizioni dell’occhio sono buone, ma abbiamo dovuto aspettare a lungo l’arrivo dell’ambulanza. Non voglio nemmeno pensare se poi questo infortunio sarebbe stato più serio e pericoloso per la salute del ragazzo”.
Ogni anno si verificano più di 600.000 traumi oculari dovuti ad attività sportive. Lo sport più diffuso nel quale si verificano la maggior parte delle lesioni oculari è il calcio. Vari studi hanno dimostrato che, un giocatore di calcio ha una probabilità su 50 di soffrire una lesione oculare durante la sua carriera, che di media ha una durata di 8 anni. A parte i possibili scontri fra i giocatori che si verificano durante il gioco, le lesioni oculari in questo sport sono maggiori perché il gioco viene praticato all’aria aperta e perciò la sovraesposizione ai raggi ultravioletti, le ulcere causate da freddo e il vento o l’ingresso di agenti stranieri negli occhi sono maggiori rispetto ad altri sport che si svolgono in ambienti chiusi.
In generale i traumi oculari si possono suddividere in due gruppi: a) traumi contusivi, distinti, a loro volta, in diretti (il corpo contundente ha colpito direttamente l’occhio) e indiretti (il corpo contundente ha danneggiato le strutture ossee vicine al bulbo oculare oppure si tratta di un trauma dovuto a un contraccolpo). Le contusioni del bulbo sono piuttosto comuni e i loro effetti dipendono dalla violenza del trauma. Possiamo avere quadri lievi, con presenza di emorragie sottocongiuntivali e abrasioni corneali. Oppure si possono avere quadri più gravi, quali i seguenti: emorragie in camera anteriore, rottura del muscolo che controlla la dilatazione della pupilla, distacco dell’ iride, danni al cristallino (sublussazione o lussazione); emorragia vitreale; edema di Berlin, emorragia maculare, rotture della coroide; rotture o disinserzione periferica del tessuto retinico.
b) traumi perforanti. I danni a livello oculare hanno uno spettro molto ampio, passando da minime perforazioni o ferite lineari del bulbo ad ampie lacerazioni con sconvolgimento dell’intera architettura oculare. Si possono avere: ferite e lacerazioni corneali, sclerali, del corpo ciliare; fuoriuscita dell’iride dalla sua sede (prolasso irideo); cataratta traumatica; emorragia vitreale (emovitreo); endoftalmite; distacco di retina ; oftalmia simpatica.I traumi oculari sono un’importante causa di perdita della visione monoculare e, quindi, di menomazione anche grave; costituendo la principale causa di cecità ad un occhio in una fascia di popolazione piuttosto giovane, per cui la loro prevenzione è fondamentale.
Come si possono prevenire i traumi oculari? Se si utilizzano oggetti taglienti, acuminati o che possono liberare schegge, occorre munirsi sempre di apposita mascherina di protezione per gli occhi o di occhiali protettivi a norma di legge. In auto bisogna allacciare sempre la cintura di sicurezza e non guidare oltre il limite massimo di velocità consentita. Se si hanno problemi di deambulazione o di equilibrio gravi occorre evitare spostamenti imprudenti o comunque chiedere sempre l’aiuto di qualcuno. Controllare sempre che i bambini non entrino in contatto con oggetti muniti di molle, che potrebbero facilmente colpire gli occhi se non utilizzate correttamente o con giocattoli appuntiti o, comunque, non adatti alla loro età. Particolare cautela richiede la pratica sportiva in cui sono previste azioni di contatto con altri giocatori (ad esempio pugilato o nel karate) oppure con oggetti (pallonate nel calcio, traumi da pallina nel tennis, ecc.).