Medici e pediatri ‘a scuola’ per imparare a combattere le false informazioni che allontanano i genitori dalle vaccinazioni. Questo il senso del corso ‘Vaccinazioni: i miti irrazionali e la realtà scientifica’, promosso oggi a Milano da Waidid, Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici. Obiettivo: diffondere una comunicazione efficace per spiegare l’importanza dei vaccini, superare le resistenze delle famiglie contrarie e affrontare le problematiche medico-legali legate alle vaccinazioni e alla gestione dei casi clinici complessi. A lezione pediatri di famiglia e specialisti in pediatria, igienisti, infettivologi e assistenti sanitari. Le coperture vaccinali pediatriche sono in calo anche in Italia e questo è un dato di fatto, ricorda Waidid: secondo quanto diffuso dal ministero della Salute, la copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae si è arrestata al 93,4% (rispetto al 94,7% nel 2014 e al 95,7% nel 2013), mentre quella per morbillo e rosolia è scesa addirittura dal 90,4% nel 2013 all’85,3% nel 2015. “Un dato allarmante che non deve essere sottovalutato – sottolinea Susanna Esposito, direttore dell’Unità di pediatria ad alta intensità di cura del Policlinico-università degli Studi di Milano e presidente Waidid – Per questo motivo è fondamentale che pediatri, igienisti e in generale operatori sanitari siano in grado di superare le possibili difficoltà nel comunicare l’importanza delle vaccinazioni, soprattutto a coloro che sono incerti o contrari, e di affrontare i casi clinici più complessi. “I vaccini hanno cambiato la storia della pediatria – sottolinea Esposito – nel senso che la riduzione della mortalità infantile (cioè nel primo anno di vita) e pediatrica è diminuita proprio grazie al calo delle patologie infettive che è seguito alle vaccinazioni di massa. Eppure sembra che molti si siano già dimenticati di questi importanti passi in avanti e dei grandi benefici dei vaccini: se le famiglie scelgono di non vaccinare i propri figli, il rischio è il ritorno di infezioni pericolose per loro e per l’intera comunità”.
Ammonisce Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Non si può più pensare ‘io non vaccino mio figlio, ci pensino pure gli altri’, perché ogni persona non immunizzata può contribuire a diffondere una malattia”.”Gli aspetti tecnico-informativi che rappresentano la base fondante degli interventi sanitari di prevenzione legati alle vaccinazioni – evidenziano Chiara Fioretti e Paola Arnaboldi dell’Istituto europeo di oncologia di Milano – vanno necessariamente integrati con strumenti comunicativi efficaci quali l’accoglienza e il rispecchiamento del genitore in quanto persona portatrice di ‘mappe concettuali’ ben definite, all’interno delle quali spesso gli aspetti emotivi fanno da padrone. L’impiego di tecniche formative di natura esperienziale rappresenta quindi la scelta più adeguata in questo contesto, proprio perché consente al personale sanitario che opera in quest’area, e in particolare ai pediatri di famiglia, di sviluppare modalità comunicative sempre più adeguate e in grado di aderire alle caratteristiche di ogni singola, specifica situazione”.
Gli esperti riflettono anche sulle responsabilità del Internet. “In Rete circola di tutto – osserva Giorgio Conforti, membro della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri – perché la parola del medico sul web è uguale a quella di chiunque. Questa è una nuova sfida anche per noi medici. E’ fondamentale quindi che i genitori che si rivolgono alla Rete per cercare risposte ai loro dubbi si affidino sempre a fonti ufficiali come siti istituzionali, specializzati o scientifici, altrimenti il rischio è quello di ottenere informazioni non corrette o addirittura fuorvianti e pericolose”.