Con l’avanzare della primavera australe nell’altopiano sudafricano entra nel vivo la stagione dei forti temporali di calore e dei fenomeni atmosferici violenti. Proprio nella giornata di ieri un violentissimo temporale, accompagnato da fulminazioni e tuoni fragorosi, si è abbattuto sulla città di Johannesburg, la principale città del Sudafrica, essendo la più popolosa. I forti rovesci di pioggia legati al temporale in pochissime ore hanno scaricato sul terreno un ingentissimo quantitativo di acqua, che non potendo essere rapidamente assorbita dal terreno si è riversata nelle strade come fiumi in piena. Ciò ha determinato degli allagamenti e una alluvione lampo che ha sommerso alcuni sobborghi della città, finiti completamente sott’acqua. In alcuni casi la furia dell’acqua ha trascinato con sé pure delle autovetture.
Nelle ultime ore nuovi violenti temporali, caratterizzati da forti colpi di vento, grandinate e intensi rovesci di pioggia, con elevatissimi indici di rain/rate, hanno colpito pure Ekurhuleni e Sedibeng, dove si hanno notizie pure di danni e disagi. Questi temporali, nella maggior parte dei casi si tratta di veri e propri “Cluster temporaleschi”, alimentati da potentissimi “updrafts” che riescono a spingersi ben oltre il limite della tropopausa, si stanno sviluppando lungo il settore caldo pre-frontale di una circolazione depressionaria, con minimo sui 1005 hpa al suolo, posizionato sul settore occidentale dell’altopiano del Sudafrica.
Più precisamente in seno ad un flusso di umide e calde correnti da nord-ovest che dal Sudafrica settentrionale si muovono verso l’oceano Indiano meridionale. Difatti questi temporali hanno una traiettoria prevalentemente nord-occidentale. Ad innescare il “forcing” convettivo, oltre al notevole contributo di origine “termica” (aria calda e umida d’estrazione sub-tropicale stagnante in prossimità del suolo), già piuttosto intenso per lo sviluppo dell’attività “termoconvettiva” lungo tutto l’altopiano, si aggiunge il passaggio nell’alta troposfera di un ramo secondario del “getto sub-tropicale australe”, con una direttrice nord-occidentale, che dal vicino Botswana tende a scivolare verso la parte orientale del Sudafrica e l’oceano Indiano meridionale, dando ulteriore linfa allo sviluppo di moti convettivi particolarmente profondi.
L’effetto “vuoto” prodotto dallo scorrimento del ramo principale del “getto sub-tropicale australe” a sua volta intensifica il risucchio di aria calda dagli strati più bassi della troposfera, generando correnti ascensionali particolarmente violente che possono agevolare la formazione di grosse “Cellule temporalesche” o di più complessi sistemi temporaleschi a mesoscala in grado di dare la stura a fenomeni localmente intensi. Il notevole “wind shear verticale”, ulteriormente inasprito dal passaggio nell’alta troposfera del “getto sub-tropicale australe”, con i suoi massimi di velocità, rischia ora di far evolvere alcuni di questi temporali in sistemi temporaleschi di carattere “supercellulare”, dotati al proprio interno di un significativo moto rotatorio che genera il cosiddetto “mesociclone” (“updraft roteante”).
Ciò potrebbe imprimere una certa rotazione, sia alle “Cellule temporalesche” che alle “multicelle”, in fase di sviluppo sopra il settore più orientale dell’altopiano sudafricano, favorendo la formazione di possibili “supercelle temporalesche” che potranno dare la stura a forti grandinate e persino a eventuali tornado durante le fasi più intense. Nelle prossime ore le aree fra Johannesburg, Standerton e Newcastle potrebbero essere interessate dallo sviluppo di possibili “supercelle temporalesche”, foriere di fortissimi rovesci di pioggia, violente raffiche di vento e grandinate. Nei casi più estremi non si può neppure escludere pure eventuali tornado che accompagneranno i temporali più violenti.