Spesso gli animali compiono delle scelte insolite e complesse, come l’orango che costruisce un ombrello di foglie per ripararsi dalla pioggia, o il piccione che sale sul tram per spostarsi velocemente alla ricerca di cibo. Tali comportamenti sono un mix di istinto, Dna e apprendimento ed è proprio un modello preso in prestito dall’intelligenza artificiale a spiegare il perché, in un mix di psicologia ed etologia. Lo hanno collaudato i ricercatori dell’università di Stoccolma insieme allo psicologo italiano Stefano Ghirlanda, del Brooklyn College di New York, grazie alla ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science. Il nuovo modello di apprendimento ‘‘potrebbe spiegare anche l’origine dei comportamenti piu’ complessi a livello individuale, come l’autocontrollo o l’utilizzo di strumenti”, afferma Magnus Enquist, etologo dell’università di Stoccolma. ”Modelli simili vengono usati nel campo dell’intelligenza artificiale, mentre non sono mai stati impiegati negli studi sugli animali”.
Fin dagli anni ’70 si è scoperto che gli animali decidono valutando i pro e i contro delle loro azioni, considerando tale comportamento istintivo, determinato geneticamente. Pertanto il nuovo modello tiene conto della possibilità che l’apprendimento degli animali possa essere controllato da un punto di vista genetico. ”Il nostro modello – aggiunge l’etologo Johan Lind – mostra come la regolazione genetica dell’apprendimento puo’ condizionare lo sviluppo dell’intelligenza e di comportamenti specie-specifici, dal momento che l’evoluzione, tra le altre cose, puo’ influenzare la curiosita’ e la velocita’ di apprendimento”. Il modello, aggiunge Ghirlanda, ricalca fedelmente i meccanismi che avvengono nel cervello degli animali da riuscire perfino a spiegare i comportamenti controproducenti che sviluppano in cattività, ”come ad esempio quello del criceto che corre sulla ruota anche se ha il cibo sempre a disposizione vicino a se”’.