Letteratura: l’esordio italiano del medico scrittore russo Osipov

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“E se Tolya fosse dell’Fsb? Almeno è tranquillo e non puzza…L’acqua del tè era tiepida, forse non aveva neanche mai raggiunto l’ebollizione. ‘Proprio come la dannata Unione sovietica’, mormora Tolya. ‘No, non è uno dell’Fsb'”. Pensa il protagonista del racconto “Mosca-Petrozavodsk” incluso nella raccolta “Precipitò nel mare cavallo e cavaliere” (Gattomerlino) la prima opera tradotta in italiano dello scrittore russo Maksim Osipov che nei giorni scorsi è intervenuto alla fiera “Più libri, più liberi” e al Centro di cultura e scienza russo, a Roma. Una scrittura essenziale, quella di Osipov (“una diagnosi precisa e spietata della vita russa”, ha commentato la premio Nobel Svetlana Alekseevich). Una scrittura densa di riferimenti sotto traccia alla storia e alla cultura del suo paese. Lo stesso suo essere medico e scrittore riporta ad Anton Chekov, a Mikhail Bulgakov, e a Vasily Aksionov.

“Non scrivo di medici o pazienti, ma dell’essere umano. E dato che uno scrittore deve basarsi su ciò che conosce, capita che ci siano racconti in cui fa capolino la medicina (in Mosca-Petrozavodsk il protagonista è un medico che affronta un viaggio di 14 ore in treno per recarsi a un congresso, ndr) ma in molti racconti non figurano né malati né medici che li curano. La linea di distinzione fra realtà e finzione è molto sottile, quasi impercettibile”, dice parlando della scrittura. “‘La Russia è uno dei paesi oblunghi’, afferma una voce piacevole di un giovane uomo. ‘Diversamente dagli Stati Uniti o dalla Germania, per citarne due, che sono tondi. Fra l’altro ho vissuto un pò in entrambi’. Una giovane donna emette un suono deliziato. ‘La Russia -continua la voce- è come un girino. Puoi andare solo da Est a Ovest e da Ovest a Est, a parte che per il corpo del girino, che è relativamente densamente popolato e dove è possibile andare da Nord a Sud e da Sud a Nord'”.

Un altro dei passi dello stesso racconto, in cui obiettivo dell’ironia sembra essere il dibattito geopolitico e identitario di sempre sulla Russia. “Tra le cose che amo della Russia e della provincia russa (l’autore vive a Tarusa, 130 chilometri da Mosca, dove dirige una associazione che è riuscita a tenere in vita l’ospedale, ndr) vi è la possibilità della comprensione, prima ancora che quella di essere capiti. La comprensione è come un trattino che permette di avere una visione integra. Fra chi emigra negli Stati Uniti, molti lamentano che manca loro la possibilità di questo riconoscimento, la possibilità di cogliere le sfumature. Ma se fosse altrimenti, non ci sarebbero distinzioni. Non ci sarebbe la grande letteratura americana” , afferma lo scrittore che, in Mosca Petrozavodsk, racconta della futilità del paragonare culture diverse, ma anche della difficoltà a interpretare la realtà e dei malintesi che possono facilmente generarsi anche nell’interno della stessa cultura di riferimento. Osipov, che ha vissuto a San Francisco, è autore di testi scientifici, ha fondato una casa editrice specializzata nella traduzione di testi di medicina, dopo il suo esordio come scrittore nel 2007, ha pubblicato 15 racconti e tre opere teatrali.

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