Un centinaio di morti e decine di dispersi ancora tra le macerie: è questo il bilancio temporaneo del terremoto di magnitudo 6,4 che ha colpito all’alba ora locale (in Italia era notte) la provincia di Aceh, nel nord dell’isola di Sumatra, in Indonesia. Per alcune fonti le vittime accertate sarebbero 94, per altre 97. Le operazioni di soccorso vedono attivi oltre mille soldati e circa 900 agenti di polizia, mentre l’unico ospedale di Pidie Jaya, il distretto più colpito della provincia, è stato occupato dai numerosi feriti, molti dei quali sono stati curati sul prato di fronte all’edificio. Secondo il portavoce dell’ufficio sanitario locale, Said Abdullah, sono stati circa 200 i feriti arrivati in ospedale, tuttavia molti hanno rifiutato di farsi curare all’interno per timore di nuove scosse.
“Stiamo curando i pazienti all’esterno, abbiamo portato fuori i letti perché nessuno osa entrare”, ha aggiunto. La scossa ha fatto tremare l’intero municipio di Pidie Jaya, circa 120km ad est di Banda Aceh, la capitale provinciale, a 8,2 chilometri di profondità, secondo l’Usgs, il servizio geologico americano, che registra l’attività sismica nel mondo (l’organismo ha misurato in 6,4 la magnitudo, con l’epicentro situato a 17 chilometri di profondità). La scossa è stata registrata poco dopo le 05:00 ora locali, quando la gran parte delle persone, di religione musulmana, si preparava per le preghiere mattutine. La scossa è durata circa tre minuti ed è stata seguita da varie repliche, provocando il crollo di 72 case e 6 moschee nella sola zona di Pidie Jaya. La zona di Aceh fu una di quelle più colpite dal terremoto, che poi innescò uno tsunami, il 26 dicembre 2004: i morti nella sola provincia indonesiana furono più di 100mila. Ma l’allarme tsunami, secondo le autorità, questa volta sarebbe escluso.