Donald Trump e l’Ambiente: cento scienziati britannici mettono in guardia sui “rischi potenziali” per la ricerca climatica derivanti dalla presidenza di Trump. In una lettera a Theresa May, i ricercatori chiedono al primo ministro britannico di “fare pressione” sul presidente degli Stati Uniti affinché ammetta il cambiamento climatico e sostenga gli sforzi internazionali per porre un freno al riscaldamento globale. Trump e alcuni dei suoi collaboratori, come il capo dell’Agenzia per la protezione ambientale, hanno messo in dubbio l’esistenza del cambiamento climatico causato dall’uomo e i rischi che comporta, si legge nella lettera, in cui si evidenzia il pericolo che l’amministrazione Usa possa “indebolire la ricerca sul Clima e la raccolta di dati da parte delle agenzie federali”.
“Crediamo che il Regno Unito debba essere preparato a rispondere in modo deciso a questi sviluppi”, affermano gli scienziati, chiedendo a May di usare la “relazione speciale” con gli Stati Uniti, e i vertici come il G7 e il G20, per fare pressione sul presidente eletto affinché “riconosca le evidenze scientifiche circa i rischi del cambiamento climatico, continui a sostenere le azioni internazionali tra cui l’accordo di Parigi, e mantenga il supporto alla ricerca”. Esprimendo sostegno per i colleghi d’oltreoceano, gli scienziati britannici sottolineano quindi la “grande opportunità”, per il Regno Unito, di lavorare accanto agli Usa per fare ricerca e per “guidare la cooperazione internazionale volta a gestire i rischi del cambiamento climatico”.