Continua la ripresa dei consumi di gas naturale in Italia. Nel 2016 sono aumentati del 5,2% rispetto al 2015, quando l’aumento rispetto al 2014 (dopo quattro anni di flessioni) era stato del 9%. Per nove mesi il segno è stato positivo. Flessioni significative a febbraio (che è stato meno freddo rispetto al 2015) e luglio (meno caldo rispetto all’anno precedente). I livelli di consumo totali, tuttavia, sono ancora inferiori a quelli del 2000. È quanto emerge dal servizio mensile su domanda e offerta gas della Staffetta Quotidiana elaborato sui dati di Snam Rete Gas e del ministero dello Sviluppo economico. Secondo le elaborazioni nell’anno appena concluso in Italia si sono consumati quasi 70,4 miliardi di mc, oltre 3,4 miliardi in più rispetto al 2015, ma quasi 16 miliardi in meno (il 18,4%), rispetto al massimo storico del 2005. È stata dunque confermata l’inversione di tendenza del 2015 che aveva interrotto una flessione che continuava dal 2008, con la sola eccezione del 2010, anno caratterizzato da temperature ben al di sotto della media e di gran lunga il più freddo dell’ultimo decennio. A caratterizzare i consumi del 2016 sono stati i recuperi della grande industria, quella allacciata direttamente alle reti di trasporto, e, in misura ancor più significativa, delle centrali termoelettriche. Il settore industriale ha segnato +4,8% rispetto al 2015, pari 13,3 miliardi di mc contro 12,7, mentre i consumi di gas delle centrali elettriche sono arrivati a un +12,4%, pari 23,3 miliardi di mc a fronte di 20,8 del 2015 e 17,8 del 2014, confermando così l’interruzione di una lunga e rovinosa stagione di crisi. Negli ultimi tre mesi del 2015, poi, indubbiamente rilevanti sono state le conseguenze del deciso calo delle importazioni di energia elettrica della Francia per le fermate di diversi reattori nucleari che hanno spinto le vendite di elettricità prodotta in Italia, in particolare quella generata da centrali alimentate a gas naturale che hanno supplito anche al calo della produzione idroelettrica molto al di sotto della media. I consumi residenziali, invece, che rappresentano più del 40% della domanda complessiva, sono stati quasi in linea (-0,3%) con il 2015, anno caratterizzato però da un febbraio freddo (molto mite invece quello del 2016) e da un luglio molto caldo, che avevano rispettivamente fatto salire in maniera significativa i consumi per riscaldamento e raffrescamento. Nell’anno appena trascorso i consumi di abitazioni, uffici ed esercizi commerciali hanno di poco superato i 31,4 miliardi di mc contro i 31,5 del 2015 e 28,7 del 2014, anno in cui le temperature invernali sono state molto al di sopra della media. Non sono ancora disponibili i dati relativi ai consumi delle automobili alimentate a metano, tuttavia nonostante il piccolo calo nei primi sei mesi del 2016 (-0,8%) dovrebbe essere confermato il superamento del miliardo di mc, anche se potrebbe arrestarsi il trend di crescita che prosegue da oltre dieci anni. Sul lato dell’offerta sono stati importati in tutto più di 65 mld di mc, quasi 5 in più rispetto al 2015 e quasi 10 più rispetto al 2014. Da sottolineare il notevolissimo aumento dei flussi di gas provenienti dall’Algeria, cresciuti addirittura del 160% rispetto al 2015 e di oltre il 178% rispetto al 2014, per un totale importato superiore ai 18,8 miliardi. Il tutto a fronte di una modesta flessione del gas proveniente dalla Russia (-5,6%), che resta la prima fonte con più 28 mld mc. A cedere il passo sono le importazioni da Norvegia e Olanda via Transitgas, in calo del 37% a 6,7 mld di mc, e dalla Libia via Greenstream, -32,4% a 4,8 mld di mc. Quanto al Gnl, il servizio di peak shaving e ancor più quello integrato di rigassificazione/stoccaggio hanno fatto ripartire quest’anno sia Panigaglia che Livorno, mentre Rovigo segna un -1,3% a 5,7 mld di mc. Continua, invece, la flessione della produzione nazionale arrivata a poco più di 5,5 mld di mc: -13,5% sul 2015 e -19,2% rispetto al 2014. Per quanto riguarda i dati del solo mese di dicembre – caratterizzato da temperature superiori alla media climatica di 2 gradi al Centro, di 3 al Nordest e addirittura di 4 sulle regioni di Nordovest, nella norma invece sulle regioni meridionali, interessate però da venti freddi e talvolta piovosi/nevosi – vi è stata una crescita dei consumi totali del 12,2% sullo stesso mese del 2015 (rispetto al caldo dicembre 2014 l’aumento è stato quasi del 24%). Il recupero ha riguardato tutti i settori ad eccezione del termoelettrico che ha fatto registrare un notevole + 20,3% (addirittura +53% sul 2014), seguito dall’industria con un aumento del 10,5% sul 2015 e del 8,7% sul 2014, e dal settore domestico e del terziario con un +5,2% (+13,1% rispetto al 2013). Nel solo mese di dicembre l’import è aumentato del 4,2% rispetto all’analogo mese del 2015 e di ben il 26,9% rispetto al 2014. La produzione nazionale invece è scesa del 2,4% rispetto a dicembre 2015 e 12,1 rispetto a dicembre 2014. (AdnKronos)