Hotel Rigopiano, pediatra: i bimbi sopravvissuti verranno aiutati dall’età a superare l’esperienza

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I bambini sopravvissuti alla slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano di Farindola “usciranno da questa esperienza fortificati. Certo bisognerà coccolarli e seguirli, ma la giovane età e le reazioni che hanno avuto alla fine di quest’incubo hanno un valore prognostico positivo: tutto porta a pensare che il trauma presto lascerà il posto a una nuova forza”. Così Italo Farnetani, pediatra ordinario alla Libera Università Ludes di Malta, parlando con l’Adnkronos Salute, commenta la reazione dei quattro bambini salvati dopo che la valanga di mercoledì scorso si è abbattuta sull’albergo nel cuore del Gran Sasso. Dopo due giorni passati intrappolati sotto la neve, i piccoli sono apparsi in discrete condizioni di salute, hanno chiesto di poter mangiare biscotti, persino di andare a sciare, e hanno raccontato di avere trascorso il tempo giocando a biliardo. Per il pediatra “sono stati sicuramente aiutati dalla tenera età: fino ai 6 anni – spiega – i bambini non hanno pensieri autonomi ma replicano quello che hanno imparato a fare prima. Fino ai 10 anni, invece, fanno ragionamenti autonomi ma solo su quello che vedono. Non avere ancora la capacità di elaborare le idee ha attenuato la loro paura. Anche quella del buio che, ad esempio, per i più grandi viene ricollegata a un pericolo. Per i più piccoli, invece, il buio non richiama alla memoria pensieri negativi, specie se accanto c’è un genitore o un adulto che conoscono e di cui si fidano”. “In pratica – sottolinea ancora Farnetani – hanno replicato atteggiamenti che fanno parte della loro quotidianità. Il biscotto al risveglio, per gratificarsi, per avere la sensazione che tutto torna nella norma. La richiesta di andare a sciare, a significare che è tutto finito”. Ma “sicuramente ad averli aiutati molto è stata la presenza di figure adulte genitoriali. I bambini si sono appoggiati a supporti che richiamavano la vita di tutti i giorni. I grandi gli hanno fatto compagnia, gli hanno trasmesso fiducia e li hanno salvati”. “I bambini hanno subito un trauma, certo. Ma avere manifestato queste reazioni è un segno prognostico favorevole” osserva il pediatra, per il quale i piccoli “potranno sviluppare la resilienza, cioè la capacità di superare lo stress. L’incubo potrà trasformarsi addirittura in un’esperienza di rafforzamento dell’autostima. Ma questo – spiega – non significa che il trauma non esiste o non c’è stato. In questo primo periodo potrebbe essere indicata un’osservazione psicologica e soprattutto tante coccole”.

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