“La valutazione se l’albergo potesse stare o non stare lì farà parte dell’inchiesta, ci sarà sicuramente una risposta da parte della Procura”. E’ uno dei passaggi forti della conferenza stampa della sostituto procuratore di Pescara Cristina Tedeschini che indaga per disastro e omicidio plurimo colposo. L’altro e’ quello sui presunti ritardi legati alle telefonate dei superstiti, cioé sui tempi della macchina dei soccorsi. Ma “tutti i ritardi, i fraintendimenti, le incongruenze e i problemi nella comunicazione che sono avvenuti nel post-valanga hanno avuto una rilevanza causale non epocale, provocando ritardi che verosimilmente sono di circa un’ora”. ”Balla un’ora”, ha puntualizzato la Procura: quindi tra le notizie e le risposte, si tratta di un tempo che rispetto alla catastrofe di Rigopiano non sembra essere tra i temi forti dell’inchiesta.
Lo sono invece le ultime scoperte del Forum H2O, che finiranno nel fascicolo aperto contro ignoti. Secondo la denuncia formulata dal Forum con mappe regionali alla mano, il resort sarebbe stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti, compresi quelli da valanghe. Il Forum H2o tira in ballo anche la Regione per “la mancanza di un Piano Valanghe”. ”Tutto il materiale sulle valanghe, legge regionale della Regione Abruzzo, organi istituiti, presidi tecnici, autorità che individua, società che ha redatto l’unico atto organizzato di censimento valanghe, sarà acquisito agli atti”, ha chiarito la Tedeschini. Al momento non ci sono indagati, anche perché sono già stati effettuati alcuni atti irripetibili, come le autopsie, che avrebbero implicato l’invio delle notifiche agli eventuali soggetti coinvolti nelle indagini.
Dal punto di vista dei ritardi ha spiegato che “Tutta la comunicazione telefonica, via e-mail, tramite Whatsapp e di persona è oggetto dell’indagine. Alcune interlocuzioni – ammette – hanno subito delle interferenze, ma non tutte hanno prodotto dei ritardi rilevanti sul piano causale”. Sulla mail del direttore del hotel alla Provincia si è saputo che è stata spedita alle 13.57 del 18 gennaio, poche ore prima del disastro. In quel momento i clienti sono a pranzo e Di Tommaso non è con loro, anche se nel testo dell’e-mail non lo specifica. Alle 14 la sorella del proprietario Roberto Del Rosso incontra il presidente della Provincia, Antonio Di Marco, e viene rassicurata sul fatto che entro sera sarebbe andata una turbina a liberare la strada.
Alle 17.08 parte la prima chiamata di Giampiero Parete dall’Hotel Rigopiano: viene agganciata da un operatore del 118 di Chieti, che chiede a Parete di attendere in linea, ma la linea cade immediatamente. Tra le 17.08 e le 18.20 Parete riesce a contattare il 113 e lancia l’allarme: in questo stesso arco di tempo Di Tommaso viene contattato per sapere se è vero che si è verificata una valanga. Di Tommaso smentisce, ma non si trova a Rigopiano ed e’ invece verosimile che chi parla con lui pensi che l’amministratore dell’hotel si trovi nella struttura. Questo spiegherebbe come mai neanche Quintino Marcella, che dopo le 18.20 chiama più volte il 113 e il 118, venga inizialmente preso sul serio. “All’inchiesta – conclude la Tedeschini – spetta il compito di chiarire come mai Rigopiano sia diventata una priorita’ soltanto dopo la valanga”. Una priorità che peraltro avrebbe potuto essere trattata come tale sulla base del bollettino di Meteomont, che il 18 gennaio indicava un rischio valanga 4 in una scala da 0 a 5.