I gemelli dello spazio non sono più identici: alterato il patrimonio genetico

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In che modo lo Spazio influenza gli astronauti? Secondo una ricerca, illustrata nel 2017 NASA Human Research Program Investigators Workshop, lunghe permanenze nello spazio provocano alterazioni genetiche sugli astronauti. Lo studio riguarda l’osservazione di due astronauti Nasa, Scott e Mark Kelly, gemelli, uno dei quali, Scott, ha trascorso diversi giorni consecutivi nello Spazio per 215 giorni consecutivi, mentre nello stesso periodo il fratello Mark è rimasto a Terra e anche in precedenza è stato per meno tempo nello Spazio rispetto al fratello. In totale Scott ha trascorso 340 giorni a bordo della Stazione spaziale internazionale e, considerando anche le missioni orbitali ha trascorso nello Spazio 520 giorni, mentre Mark 54 giorni in tutto.

Nonostante lo studio in questione necessiti degli approfondimenti, i primi risultati rivelano per Scott importanti alterazioni nell’espressione genica e nella metilazione del Dna. ”Aspettiamo la pubblicazione della ricerca, ma possiamo già dire che è una conferma di come l’ambiente possa influenzare i geni’‘ ha osservato il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’università di Roma Tor Vergata. I ricercatori hanno diffuso infatti i primi dati ”appena usciti dalle macchine per il sequenziamento’‘, ha detto Mason, ma per la pubblicazione ci vorrà un po’ di tempo in quanto la mole di informazioni è enorme. Nello specifico è possibile dire, semplificando, che i geni di Scott, in conseguenza alla sua prolungata permanenza nello spazio, si sono comportati in modo differente rispetto a quelli del fratello gemello, Mark. Le alterazioni rilevate sono simili a quelle che si osservano nel caso in cui le persone sono sottoposte a forti momenti di stress, come nel caso di importanti cambiamenti ambientali o mutamenti nell’alimentaziine e nelle abitudini del sonno. I cambiamenti osservati sono molto profondi, probabilmente anche in conseguenza allo stress alimentare dovuto all’assunzione di particolari cibi o al dover dormire in assenza di gravità. Altri cambiamenti riguardano le strutture che si trovano alle estremità dei cromosomi, chiamate telomeri, note per essere associate alla longevità. Contro ogni aspettativa, in Scott queste strutture si sono allungate rispetto a quelle del gemello. ‘‘E’ il contrario di quello che pensavamo”, ha rilevato la biologa Susan Bailey, della Colorado State University.

Una volta che Scott è tornato a Terra, la lunghezza dei suoi cromosomi è tornata ai livelli precedenti al lancio e i ricercatori sono al lavoro per capire che cosa significhi. Secondo Novelli, ”anche se vanno visti tutti i dati per poter fare una valutazione, l’allungamento dei telomeri potrebbe essere stato un meccanismo di difesa delle cellule, attivato in risposta allo stress acuto”. L’esperimento ha inoltre mostrato che anche una particolare modifica chimica del Dna, chiamata metilazione, in Scott è diminuita durante il volo, mentre nello stesso periodo è aumentata in Mark. In entrambi, poi, la metilazione è tornata ai livelli precedenti al lancio: un altro cambiamento il cui significato resta da chiarire.

“Anche se i dati non sono ancora completi, non ci sono dubbi che le condizioni genetiche dei due gemelli risultano adesso differenti“, spiega Christopher Mason, genetista alla Weill Cornell Medical College di New York. Naturalmente adesso il primo aspetto che è importante definire è quanto queste variazioni dipendano dalla permanenza nello Spazio o da altri fattori naturali. E’ una ricerca senza precedenti e fornirà elementi preziosi per organizzare i futuri lunghi viaggi per Marte senza rischi per gli astronauti.

 

 

 

 

 

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