Le crisi sismiche dell’Appennino centrale degli ultimi 20 anni. Il terremoto di Umbria e Marche del 1997, quello dell’Aquila del 2009 e l’ultimo del 2016, che ha interessato un’ampia zona che si estende da Amatrice a sud fino a Camerino a nord. Sono questi i principali aventi sismici che verranno analizzati da diversi geologi che si sono dati appuntamento a Camerino il prossimo 19 luglio per un convegno internazionale. Dopo una giornata in cui verranno presentati e discussi gli studi più recenti riguardanti la Geologia e la Geofisica, gli esperti e i partecipanti provenienti da diversi Paesi del mondo partiranno per un’escursione sul campo di tre giorni per osservare e discutere insieme gli effetti di superficie legati ai tre eventi.
“Un’occasione unica – afferma Emanuele Tondi, promotore del convegno e responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino – per confrontarsi a livello mondiale sulla valutazione della pericolosita’ sismica di un’area e in particolare della zona assiale appenninica. Molti studi sulle faglie attive e capaci dell’area erano stati gia’ effettuati prima di questi terremoti, quindi sara’ possibile valutare cosa avevamo capito e cosa no, migliorando la nostra capacita’ di individuare le aree piu’ pericolose da un punto di vista sismico, sia in termini di magnitudo massima attesa che di ricorrenza degli eventi e la loro ciclicità”. ”E’ necessario fornire alla Protezione civile strumenti aggiornati e piu’ efficienti per la riduzione del rischio sismico rispetto a quanto disponibile – conclude Tondi – che devono poter indicare le aree a maggiore pericolosita’ su cui concentrare le attivita’ sia di pianificazione dell’emergenza che di riduzione della vulnerabilita’ degli edifici e infrastrutture”.
Sono stati coinvolti nell’organizzazione dell’evento i maggiori esperti italiani e europei che avevano lavorato in Italia e in particolare nelle tre zone epicentrali degli ultimi forti terremoti avvenuti in Appennino, appartenenti ad università italiane, francesi, greche e del Regno Unito. Sono inoltre presenti geologi e ricercatori di enti come la Protezione civile nazionale, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il Cnr, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra), ed enti equivalenti europei.