Legambiente: no alla ricerca di idrocarburi nel Golfo di Taranto

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erca prevede la realizzazione di indagine geofisica 3D su una superficie di oltre quattromila kmq nel mar Ionio, di fronte alle coste di Puglia, Basilicata e Calabria, effettuata con la tecnica della sismica a riflessione 3D e l’utilizzo dell’air-gun. “L’utilizzo dell’air-gun – sottolinea in una nota l’associazione ambientalista – può provocare danni alla fauna marina causando alterazioni comportamentali, talvolta letali, in specie marine assai diverse, in particolare per i cetacei, fino a chilometri di distanza. Si tratta di una tecnica di ricerca di idrocarburi in mare che prevede il rapido rilascio di aria compressa che, producendo una bolla che si propaga nell’acqua, genera onde a bassa frequenza. Il rumore prodotto da un airgun è pari a 100.000 volte quello di un motore di un jet: ha quindi un grande impatto sulla fauna marina e può portare gravi danni fisici, all’udito e all’orientamento, fino alla morte degli animali marini“.

legambienteInoltre, aggiunge Legambiente, “l’eventuale successiva attività di estrazione petrolifera off-shore aumenterebbe il rischio di inquinamento del nostro mare, già interessato in passato da episodi di sversamento di idrocarburi provenienti da navi mercantili e militari, gia’ elevato considerata la presenza contemporanea del Pontile petroli dell’Eni, della base navale della Marina Militare e del Porto e destinato a crescere con la eventuale movimentazione del greggio proveniente da Tempa Rossa. In un sistema chiuso come il nostro un eventuale incidente sarebbe disastroso”. Legambiente chiede di “fermare l’assalto al nostro mare. Il nostro ‘petrolio’ – conclude l’associazione – è ben altro: produzioni alimentari di qualità, pesca, turismo, biodiversità, innovazione industriale ed energia alternativa”.

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