Gelo, raffiche di vento e la neve che hanno portato, nel giorno dell’Epifania, un inverno siberiano al Centro e Sud Italia sono un pericolo anche per gli animali. Soprattutto per i cani randagi, le colonie feline, gli uccelli, e la fauna selvatica. Inoltre, come ricorda il Wwf, le temperature rigide coincidono con il periodo dell’anno in cui per i volatili il cibo è più scarso, con pochissimi frutti sugli alberi spogli e la maggior parte degli insetti scomparsi o ben nascosti in un periodo di caccia procurarsi il cibo è più complicato. Attraverso piccoli accorgimenti è possibile dare un aiuto all’avifauna in difficoltà. Chi possiede un giardino o una terrazza può attrezzarsi con delle piccole mangiatoie dove riporre un po’ d’acqua e del cibo, ma va bene anche il davanzale stesso.
“L’importante – sottolinea Fulco Pratesi, presidente onorario Wwf Italia – è porre le mangiatoie in luoghi non accessibili ai gatti”. Ai pennuti si possono offrire mix di cereali, qualche seme di girasole o avena, bacche, uva passa, piccoli pezzetti di frutta fresca e frutta secca, pallette di grasso. E’ importante evitare il cibo salato, zuccherato o speziato: gli uccelli gradiscono maggiormente il cibo poco trattato. Ai gatti randagi, o nelle colonie feline presenti in città, andrebbero invece offerte, come suggerisce l’Aidaa (Associazione italiana Difesa Animali ed Ambiente) tre ciotole, una con del cibo secco, una con del cibo umido ed una con l’acqua. I croccantini vanno sostituiti ogni giorno poiché con l’umidità rischiamo di deteriorarsi; lo stesso vale per la pappa umida. Strategie analoghe per il cibo in soccorso ai cani randagi. Chiedere invece informazioni al Corpo forestale, chiamando il 1515, nei casi di arrivo nel giardino di casa di animali selvatici come ghiri, scoiattoli, volpi e faine. Accelerare l’arrivo di stalle negli allevamenti danneggiati dal terremoto è l’appello di Coldiretti per il benessere del bestiame allevato in aziende inagibili per il sisma.