“Ci auguriamo che la Procura della Repubblica acquisisca tutto il fascicolo relativo a questi lavori, che dimostrano come in Provincia si era coscienti della necessità di tenere aperta la strada in condizioni climatiche difficili”. Lo ha detto l’avvocato Romolo Reboa, che insieme ai colleghi Maurizio Sangermano e Gabriele Germano ha ricevuto il mandato difensivo da alcune famiglie delle vittime del disastro di Rigopiano. Il penalista ha spiegato poi come “l’autodifesa del Presidente della Provincia di Pescara sulla mancata tempestiva riapertura della SP8 da Penne a Rigopiano ci ha portato a rileggere il comunicato entusiastico di quasi due anni fa tuttora presente sul sito della Provincia”.
E poi “lì si vede la foto dell’uomo politico con il suo staff sulla strada in mezzo alla neve che afferma entusiasticamente che era stato decretato d’urgenza l’impegno di ? 100.000,00 per mettere in sicurezza la strada a rischio di frane e valanghe per garantire “alla comunità di Farindola di poter trascorrere la stagione turistica in totale sicurezza”. “In altra parte del sito si legge che nel Novembre 2015 i lavori sono terminati, ma quello che è certo è che, se la sicurezza fosse stata effettivamente assicurata, la turbina per riaprire una strada notoriamente a rischio neve sarebbe arrivata tempestivamente ed oggi non saremmo a piangere i morti dell’hotel”.