Un’arca delle idee per attraversare il presente e pensare al futuro di Norcia, dopo il terremoto. “A fine gennaio lanceremo un bando internazionale per raccogliere fondi, esperienze e progetti da ogni parte del mondo, ma l’arca sara’ anche un luogo fisico sicuro, che esaltera’ lo stare insieme di una comunita’ e nel quale si ri-disegnera’ la nostra citta’ da qui ai prossimi 15 anni“: Vincenzo Bianconi, presidente di “I love Norcia” (e anche di Federalberghi Perugia), spiega il progetto che l’associazione, nata dopo la grande scossa del 30 ottobre scorso, sta cercando di far decollare insieme all’amministrazione comunale per ripensare il modello economico, turistico e culturale con il quale si potrà ricostruire Norcia dalle macerie del terremoto.
“Puntiamo a realizzare l’arca in due anni, il sindaco Alemanno e’ gia’ al lavoro per individuare l’area, a ridosso delle mura del centro storico, dove far sorgere questo spazio”, racconta Bianconi all’ANSA, anticipando anche l’impegno “che alcuni intellettuali hanno gia’ offerto alla nostra associazione, a cominciare da Davide Rampello e Massimiliano Saccarelli che abbiamo gia’ inserito nel nostro consiglio dei saggi. Abbiamo ricevuto anche una bellissima lettera di Renzo Piano che ci esorta nel portare avanti questo progetto, che potrebbe diventare in futuro un modello per tutta l’Italia”. Intanto “I love Norcia” ha avviato una collaborazione con l’Ordine nazionale degli architetti. All’interno dell’arca verra’ creato uno spazio dedicato “al fratello terremoto – cosi’ lo chiama Bianconi – e sara’ una sorta di museo che racconti i sismi e le successive ricostruzioni che hanno segnato la vita di questo territorio. Dovremmo arrivare a conviverci con questo fenomeno, senza piu’ temerlo”. Dall’arca di Norcia potrà quindi “nascere una nuova visione culturale ed economica per l’intera Valnerina – conclude Bianconi – un’idea di alto livello in grado di attrarre personalita’, imprenditori e gruppi industriali che possano vedere in questo territorio una possibile risorsa di sviluppo. Guai ad affidarci a progetti di corto respiro o peggio ancora mediocri: segnerebbero per sempre la fine di Norcia”.