“Se la facciata della Basilica di San Benedetto, a Norcia, non fosse stata messa in sicurezza, è probabile che questa mattina piangeremmo il suo crollo”: lo riferisce all’ANSA Marica Mercalli, soprintendente per l’Archeologia, le belle Arti e il paesaggio dell’Umbria. Mercalli riflette su ciò che sarebbe potuto accadere in seguito alle quattro scosse, tutte superiori a magnitudo cinque, registrate ieri tra Rieti e L’Aquila, ma avvertite distintamente anche in Valnerina. “Il dato generale che emerge in questo particolare momento di difficoltà – fa notare Mercalli – è che tutti gli interventi di messa in sicurezza realizzati a Norcia hanno tenuto benissimo, a cominciare, appunto, dalla facciata della Basilica grazie alla intelaiatura di tubi innocenti posizionata all’esterno della facciata e sulla contro-facciata”.
Una prima struttura in tubi innocenti, alta 18 metri per 22 tonnellate di peso, è stata posizionata davanti a quella “vela”, simbolo della distruzione causata dal terremoto del 30 ottobre. L’intervento è stato completato con l’ancoraggio di una seconda e più piccola “gabbia” posizionata in quello che era l’interno della chiesa ormai quasi totalmente crollata e agganciata alla struttura anteriore. In tal modo la facciata è stata avvolta e stabilizzata completamente. Insieme all’abside è tutto ciò che è rimasto della Basilica. Il progetto è stato diretto e curato da Claudio Modena, ingegnere dell’Università di Padova, condiviso dal Nucleo interventi speciali dei vigili del fuoco ed eseguito sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio dell’Umbria con il finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali. In seguito alle scosse di ieri non si sono registrati ulteriori danni “nemmeno alla torre civica, al campanile di Santa Maria Argentea, alla chiesa di San Francesco e a Porta Romana”, evidenzia la soprintendente.
E’ stata invece interrotta la fase di recupero dei resti dall’interno della Basilica. “Per motivi di sicurezza e per il maltempo ci siamo dovuti fermare, – dice Mercalli – adesso attendiamo il permesso di riprendere l’attività“. E appena sarà terminata la fase dell’emergenza dettata dalla ripresa dell’attività sismica, verrà fatto anche un ulteriore sopralluogo “gabbia” sulla facciata di San Benedetto. “Una verifica doverosa – dice la responsabile delle belle arti dell’Umbria – per avere la certezza assoluta che la struttura abbia tenuto al cento per cento”. Nelle prossime settimane si avvierà anche la messa in sicurezza dei resti di altri quattro simboli dell’arte sacra del territorio, la chiesa di Sant’Andrea a Campi di Norcia, di Sant’Antonio, Sant’Agostino e di Santa Scolastica a Norcia. Intanto a protezione delle macerie, che custodiscono anche materiali di pregio, ci sono i grandi teli di plastica posizionati fin dal primo minuto per ridurre il rischio infiltrazioni. “Oggi più che mai preziosi, date le abbondanti nevicate che hanno interessato tutta l’area”, conclude la soprintendente.