Allarme Smog nel nord Italia: a Venezia PM10 oltre il doppio della soglia limite

MeteoWeb

Torna l’allarme smog nelle grandi città del nord Italia. Secondo quanto fa sapere Meteo.it non si sono fatte attendere le conseguenze negative del beltempo. Se, grazie alle piogge delle scorse settimane, nelle grandi città del Nord si iniziava a respirare aria più pulita, col bel tempo i livelli di smog sono tornati inesorabilmente ad aumentare: ieri, giovedì 16 febbraio,, per esempio, a Venezia il Pm10 ha raggiunto un valore più che doppio rispetto alla soglia limite stabilita per la salvaguardia della salute umana (50µg/m³). Nel capoluogo veneto, infatti, si è registrata una concentrazione di ben 111 µg/m³. Allarmante anche la situazione in altre città della regione: a Treviso, per esempio, si sono toccati i 103 µg/m³, a Padova 92 µg/m³. Preoccupanti, secondo Meteo.it i dati che arrivano dalla Lombardia e dal Piemonte: sempre ieri, a Milano 64 µg/m³, a Torino 58 µg/m³.

marmitta smogDecisamente elevati sono risultati anche i livelli del PM 2.5, il particolato più pericoloso e fine che ha un diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro): si tratta una polvere toracica, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specialmente durante la respirazione dalla bocca. Ai dati di stretta attualità, si uniscono quelli risultanti da recenti ricerche che vedono l’Italia occupare il primo posto in Europa per morti da smog. Un primato davvero sconfortante: nel nostro Paese ogni anno si contano ben 90mila decessi a causa dell’inquinamento atmosferico, 1.500 dei quali nella sola Capitale. Il 2016, d’altra parte, è stato un anno ‘nero’ per l’inquinamento. Ben un capoluogo italiano su tre ha oltrepassato il limite di superamenti di PM10 (ossia 35 giorni con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo prevista dalla legge).

LaPresse/Sipa USA
LaPresse/Sipa USA

Questo è il dato che emerge dalla campagna di Legambiente ‘PM10 ti tengo d’occhio’, che ha monitorato l’andamento giornaliero dei 96 capoluoghi di provincia di cui sono disponibili i dati e che tiene in considerazione solo le centraline urbane di fondo e di traffico. Come emerge dal Rapporto Mal’Aria, pubblicato da Legambiente, in tutto sono 33 i capoluoghi che hanno superato la soglia dei 35 giorni: prima tra tutti la città di Torino che in un anno ha superato il limite giornaliero ben 89 volte (più del doppio del limite annuale), seguita da Frosinone (85 superamenti). Pari merito, al terzo gradino del podio, ci sono Milano e Venezia con 73 superamenti in un anno. Seguono Vicenza, Asti, Alessandria, Padova e Pavia. A livello regionale, le regioni a cavallo della pianura padana sono quelle che hanno registrato le maggiori criticità. Numeri preoccupanti, se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute: ogni anno, stando alle ultime stime, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa. Nella sola città di Torino i decessi causati dall’inquinamento atmosferico sono circa 900 ogni anno. Anche il 2017 si è aperto con qualità dell’aria preoccupante.

smog_milano (1)Solo nei primi 25 giorni di gennaio sono ben 9 le città italiane che hanno registrato oltre 15 giorni di superamento del limite giornaliero previsto per il PM10. Cremona (centralina Fatebenefratelli) con 20 giornate (il 60% di quelle consentite per tutto il 2017), Torino (Rebaudengo) con 19 e Frosinone (Scalo) con 18 giornate, sono le tre situazioni peggiori, seguite da Treviso, Padova, Vicenza e Reggio Emilia con 15 giorni di sforamento (il 40% del totale). Dal punto di vista economico, si parla di costi altissimi a causa dell’inquinamento. Danni, quindi, non solo alla salute, ma anche all’economia. In particolare, a livello europeo si stima un costo di ben 1500 miliardi di euro l’anno. Ad affermarlo è l’ultimo rapporto dell’ufficio europeo dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). Non a caso, quindi, nei giorni scorsi è arrivato l’ultimo avvertimento della Commissione Europa che ha dato il via alla seconda fase della procedura d’infrazione contro Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna per l’inquinamento eccessivo da biossido d’azoto (NO2) riscontrato nell’aria di città come Roma, Milano, Torino, Berlino, Londra e Parigi. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale, e in particolare dai motori diesel. Ultimo avvertimento della Commissione, dunque, che sottolinea come i Paesi sopra elencati non abbiano “affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute”. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo misure idonee a risolvere il problema, si sottolinea nel documento, “la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Ue”. Il monito è arrivato, adesso è il momento di agire.

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