Ambiente: la canapa come mezzo anti inquinamento per i terreni del Sulcis

MeteoWeb

Al via nel Sulcis il progetto sperimentale per l’utilizzo in chiave anti inquinamento della canapa sativa (utile) a basso contenuto di Thc, sotto lo 0,6%, quindi non assimilabile a quella indica, proibita per legge perché ritenuta droga leggera. L’agenzia regionale Agris avrà il compito di studiare il comportamento della pianta per capire come e con quali modalità riesca ad estrarre dal terreno elementi altamente inquinanti attraverso la fitodepurazione dei metalli pesanti presenti: piombo, cadmio e zinco. Dovrà inoltre valutare la possibilita’ di usare le coltivazioni per offrire nuove opportunita’ di sviluppo: dal mondo dalla canapa sativa vengono infatti prodotti oli, biocarburanti, fibre, materiali per l’edilizia, il tessile e l’artigianato.

Il progetto e’ stato rilanciato dagli esponenti di Sel e Rossomori insieme al direttore di Agris, Roberto Zurru, e al responsabile scientifico della sperimentazione Gianluca Carboni. Agris, che si avvale della collaborazione degli esperti dell’Universita’ di Sassari e di Sardegna Ricerche, lavorera’ su 10 terreni, sia in siti inquinati che puliti, con un’estensione tra 2.500 e 5.000 mq da utilizzare per tre anni: a disposizione ci sono 1.500 euro ad ettaro, all’interno dei 150 mila euro ad anno per tre anni previsti dalla finanziaria 2015 che ha gettato le basi per la sperimentazione.

Lunedi’ 13 la presentazione ufficiale del progetto a Carbonia, a distanza di un anno dalla prima manifestazione di interesse. Secondo Luca Pizzut (Sel), si tratta di “un progetto molto importante per dare opportunita’ di sviluppo avviando un nuovo tipo di industria integrata esportabile in altri territori critici come Porto Torres e Ottana”. “La norma – spiega il collega di partito Daniele Cocco – non nasce per fare delle esperienze solo nel Sulcis ma e’ possibile integrarla con la norma sulla terra ai giovani per avere prospettive piu’ lusinghiere”. “Il mondo sta andando verso la legalizzazione della canapa – sottolinea l’esponente dei Rossomori Paolo Zedda – e la Sardegna potrebbe essere capofila di un progetto per la legalizzazione”.

Condividi