Cresce in Italia il fenomeno del cyberbullismo. Nell’ultimo anno i casi sono aumentati dell’8%, mentre il fenomeno del sexting, cioe’ la condivisione via web di immagini o video a contenuto sessuale, coinvolge un adolescente su quattro. Lo ha accertato una ricerca della Regione Lombardia, che ha lanciato un allarme rivolto a scuole e famiglie. Anche perché i dati sono allarmanti:un adolescente su quattro ammette di “aver fatto sexting” la prima volta in un’eta’ compresa tra gli 11 e i 12 anni. I risultati dello studio sul fenomeno sono stati illustrati a Milano in un convegno sul tema promosso dalla Regione. “I dati ci dicono che su questi fenomeni la situazione non sta migliorando, anzi – ha spiegato Luca Bernardo, direttore della Casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco di Milano, che dal 2008 ospita il Centro multidisciplinare sul disagio giovanile, considerato uno degli Osservatori piu’ attenti d’Italia sul fenomeno – Bisogna intervenire, e la parola d’ordine e’ prevenzione: si devono informare e formare famiglie e scuole su quali sono gli indicatori spia per riconoscere gli episodi di cyberbullismo”.
Il Centro di Milano registra in media circa 1.200 casi all’anno, di cui l’80% interessa il web, tra cyberbullismo, sexting, gioco d’azzardo online e dipendenza da internet. I giovani in cura “arrivano da tutta Italia – ha spiegato – perche’ sono poche se non assenti le strutture che si occupano del fenomeno”. Per curare vittime e bulli del web “servirebbero cure di prossimita’ in ogni regione – ha sottolineato Bernardo -. Per questo mi auguro che la legge in via di approvazione al Senato venga finanziata in modo consistente. Servono centri di cura e formazione per insegnanti e genitori”. La vittima di bullismo non e’ facile da riconoscere perche’ tende a isolarsi, compiendo a volte gesti estremi. Il suicidio è la conseguenza peggiore, ma il disagio puo’ manifestarsi anche con atti di autolesionismo, stati d’ansia, depressione, anoressia.
Secondo i dati relativi al 2016 dell’Osservatorio nazionale adolescenza, su un campione di oltre 7.000 adolescenti provenienti da tutta Italia, il 4% dichiara di “aver fatto sesso” inviando foto e video su WhatsApp, sui social network oppure telefonicamente. Il 6,5% ha fatto sexting e il 2% ha fatto sesso davanti ad una webcam. Il 10%, poi, ha scattato selfie intimi. “Armati di uno smartphone gli adolescenti sono capaci di rovinarsi la vita – ha detto Paolo Picchio, padre di Carolina, una ragazza di 14 anni che si e’ uccisa per la vergogna dopo che un suo video a sfondo sessuale era stato diffuso in rete dai compagni di scuola. “Paolo Picchio, impegnato in prima persona nel contrasto al cyberbullismo, riceve ogni giorno messaggi e telefonate da genitori di tutta Italia che gli chiedono aiuto. “Invito i ragazzi vittime di cyberbullismo a non esitare a parlarne, mentre ai bulli e cyberbulli dico questo: sappiate che le vostre non sono solo ragazzate, ma veri e propri reati”.