Energia: le scoperte di petrolio e gas al livello più basso da 60 anni

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Le scoperte di nuovi giacimenti petroliferi e gassosi sono scese nel 2016 al livello più basso da sessant’anni, sia a causa di una riduzione delle attività di esplorazione da parte delle compagnie, sia perché è più complicato trovare grandi pozzi. Lo riferisce il “Financial Times”. Lo scorso anno, stando ai dati di Ihs Markit, sono state 174 le scoperte, mentre fino al 2013 la media era stata di 400/500. Secondo gli analisti, il rallentamento nel successo delle esplorazioni dimostra che il mondo è destinato a fare sempre più affidamento sulle risorse “non convenzionali” per soddisfare la domanda di Energia nei prossimi decenni, su esempio degli Stati Uniti che ormai da anni sfruttano i propri giacimenti di petrolio e gas contenuti in strati di scisti bituminosi.

Il tempo medio per avviare la produzione di nuovi giacimenti va dai cinque ai sette anni, per tanto, secondo i dati forniti da Ihs Markit, la carenza di forniture iniziera’ ad essere significativa a partire dal prossimo decennio. Segnali di una ripresa delle esplorazioni convenzionali nel corso del 2017 derivano da società come la norvegese Statoil che ha in programma di intensificare le attività di perforazione. Dopo aver raggiunto livelli minimi nel 2015, anche a causa dei bassi prezzi del petrolio, le nuove scoperte si sono ridotte ulteriormente lo scorso anno a circa 8,2 miliardi di barili equivalenti di petrolio e di gas. Secondo gli analisti, il rallentamento riflette sia i tagli ciclici delle esplorazioni effettuati dalle società che stanno affrontando i deficit derivanti dal crollo dei prezzi del petrolio e lo spostamento strutturale nel settore esplorativo tradizionale da quello non convenzionale, soprattutto in America settentrionale. La maggioranza delle esplorazioni riguarda ormai i giacimenti offshore, dove pero’ un singolo pozzo puo’ costare fino a 150 dollari al barile e il tasso di successo di avviare una produzione da campi di nuova scoperta e’ uno su cinque. Un rapporto della società di consulenza Wood Mackenzie precisa che la spesa per le esplorazioni e’ sceso da 100 miliardi di dollari nel 2014 a 40 miliardi di dollari nel 2016. Una delle principali compagnie statunitensi, Chevron, ha tagliato fondi per le esplorazioni passando da 3 miliardi nel 2015 a 1 miliardo nel periodo 2016-2017.

Un’altra compagnia con sede negli Usa, la ConocoPhillips, ha deciso di abbandonare del tutto i suoi investimenti per le esplorazioni in acque profonde. La ragione per tali disinvestimenti nel comparto tradizionale va ricercata nel maggiore interesse da parte delle compagnie nei giacimenti non convenzionali. I 190 miliardi di barili di petrolio e gas equivalenti che sono stati aggiunti negli ultimi 10 anni alla produzione nord americana hanno visto una prevalenza di petrolio e gas da scisti bituminosi. Infatti un pozzo non convenzionale può costare dai 4 ai 10 milioni di dollari e divenire operativo in poche settimane, al contrario dei cinque o più anni per i pozzi in acque profonde. L’analisi condotta da Wood Mackenzie prevede una modesta ripresa delle attività di esplorazione nel 2017, con circa 500 pozzi perforati nel corso dell’anno a fronte dei 430 del 2016. Secondo la società di consulenza le società che potrebbero fare nuove scoperte sono ExxponMobil, Eni, Statoil, Kosmos Energy e il suo nuovo partner British Petroleum. A consentire le esplorazioni sono state soprattutto i piani per rendere maggiormente efficiente i vari processi tecnici che consentono alle aziende di ottenere migliori risultati con meno finanziamenti.

Le due principali scoperte a cavallo del 2016 e del 2017 sono avvenute finora negli Stati Uniti: il giacimento in acque poco profonde di Smith Bay, scoperto da Caelus Energy al largo della costa settentrionale dell’Alaska che potrebbe contenere fino a 4 miliardi di barili di petrolio; la scoperta del giacimento Willow da parte di ConocoPhilips, sempre in Alaska ma sulla terra ferma, con una capacita’ stimata di 300 milioni di barili di petrolio. Per quanto riguarda il gas le più recenti scoperte sono state fatte in Senegal da Kosmos Energy e in Angola da Cobalt International Energy. L’ultimo giacimento di gas super gigante e’ invece quello egiziano di Zohr scoperto da Eni nell’agosto del 2015.

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