Non si è trattato di un incidente nucleare quello avvenuto oggi nella centrale francese di Flamanville, ma un incendio nella sala macchine, lontano dal reattore, dovuto al surriscaldamento delle guaine che rivestono le parti elettriche e che ha causato l’emissione di gas tossici. “Quanto e’ avvenuto a Flamanville non ha niente a che vedere con un incidente nucleare”, ha detto all’ANSA Alessandro Dodaro, ingegnere nucleare ed esperto di sicurezza nucleare dell’Enea. “L’incendio – ha aggiunto – è avvenuto nel sito della centrale, ma al di fuori dell’isola nucleare e con nessuna possibilità di estensione al reattore”. L’isola nucleare è il luogo di una centrale nucleare nel quale si trova il reattore, con il nocciolo. Al di fuori di questo edificio il sito di una centrale ne ospita altri, come quello in cui si trovano le turbine, o quello destinato a deposito o ancora gli uffici. La sala macchine è uno dei questi.
“E’ una situazione analoga a quella di una nave, che ha un luogo che ospita il motore e altri luoghi destinati a ristoranti e cabine. Facendo un’analogia con l’incidente nella centrale nucleare francese, e’ come se l’incendio fosse scoppiato nel ristorante di prua”, ha osservato Dodaro. Il problema che si e’ verificato nella sala macchine della centrale di Flamanville ha detto ancora, “e’ stato un normale malfunzionamento elettrico, confrontabile a un cortocircuito che la pioggia puo’ provocare in una centralina elettrica di scambio”. L’esplosione avvenuta nella sala macchine della centrale nucleare “ha coinvolto solo parti convenzionali” e i gas che sono stati liberato hanno causato un’intossicazione nei lavoratori della sala macchine. Al primo segno di incendio, prosegue l’esperto “il reattore e’ stato immediatamente spento per evitare problemi, come viene fatto ogni volta che si verifica un qualsiasi malfunzionamento di routine, in modo da mantenere tutto in una situazione di massima sicurezza.”