“Con i Mercati Unici non si risparmia: si perde tempo, si alimenta l’inefficienza e alla fine si spende anche di più. E’ la spending review, alla rovescia. Una settimana a Rigopiano ci ha fatto vedere che esistono due mondi della pubblica amministrazione: uno che si muove a mille, che comunica via WhatsApp, che risolve problemi e che getta il cuore oltre ogni ostacolo; un altro che comunica per Pec e fax, che pensa a togliersi le responsabilità piuttosto che a risolvere problemi, che gli ostacoli li crea anche quando non esistono”. È quanto afferma Nicola Gasagli, docente di Geologia applicata all’università di Firenze, tra i protagonisti della macchina dei soccorsi a Rigopiano, in un lungo post su Facebook.
Gasagli, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, torna sulla vicenda del radar svizzero bloccato per ore alla dogana: “Abbiamo dovuto inviare un fax da Rieti: a Penne non ce n’erano. Sabato 21 gennaio, siamo arrivati con i soccorsi. Il radar e l’array sono stati usati, hanno consentito agli eroi della Protezione civile di scavare in condizioni di maggiore sicurezza. Ma nessuno manda un fax quando è in emergenza”, “è la dimostrazione che la burocrazia nell’emergenza può essere scavalcata da procedure previste dalla legge. Ma l’arroccamento della pubblica amministrazione può essere letale in tempo di pace, perché paralizza tutto il sistema”.
E sottolinea che “l’impalcatura della pubblica amministrazione si regge sul dogma che tutti truffano o violano le regole. Guardi le casette per i terremotati: c’è voluta una gara Consip che ha richiesto mesi, se la procedura fosse stata più snella, sarebbero arrivate prima”. Inoltre “nessuna delle attrezzature utilizzate a Rigopiano è stata acquistata sui mercati unici del Consip. Tutte sono state comprate guardando alla qualità e non solo al prezzo. Anche se questo ci è costato montagne di dichiarazioni, timbri, verbali e assunzioni di responsabilità. Non ti puoi permettere, nell’emergenza, roba scadente comprata a sconto. Prima c’era è public procurement, l’opzione di comprare beni al prezzo più conveniente. Ora, invece, impera il mercato unico”.