E’ passato un mese da quanto l’hotel Rigopiano è stato travolto da una valanga, causando 29 vittime e 11 sopravvissuti, ma da allora la situazione non sembra conclusasi. Subito dopo è infatti stata aperta l’inchiesta sulla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano. Al momento le forze dell’ordine (polizia, carabinieri e carabinieri forestali) stanno terminando il lavoro preparatorio e la documentazione preliminaria: tre informative distinte, oltre 40 testimoni ascoltati, pacchi di documenti acquisiti. Nel frattempo la Procura di Pescara, che indaga per disastro e omicidio colposo, ha disposto le perizie e con l’aiuto dei Ris che sono tornati sul luogo della tragedia per misurazioni mediante strumenti laser, più adeguate e più precise.
I carabinieri e il corpo dei carabinieri forestali si sono occupati di acquisire la parte relativa alle ventuali responsabilità del prima dell’evento, ossia ”chi non avrebbe fatto quello che era di sua competenza”, i nessi di causalità tra omissioni e morti, la ricostruzione tecnica legale delle morti, i momenti preparatori e le fasi successive all’allarme e l’ allerta soccorsi. Per tale ragione sono stati acquisiti documenti e competenze della Prefettura, della Regione, della Provincia, Comune di Farindola e Parco del Gran Sasso, mentre i carabinieri hanno ascoltato i sopravvissuti ed effettuato i sopralluoghi con i periti. Al momento è stata consegnata al sostituto procuratore facente funzioni Cristina Tedeschini e al pm Andrea Papalia una prima informativa, ma verranno fornite ulteriori integrazioni.
La Polizia ha acquisito tutta la parte relativa alla gestione dei numeri telefonici d’emergenza, ha ascoltato alcuni testimoni, come Quintino Marcella, il datore di lavoro del sopravvissuto Giampiero Parete che ha raccogliendo l’sos del suo dipendente che per primo aveva tentato di lanciare l’ allarme, e il direttore dell’ hotel Bruno Di Tommaso. Questa prima fase verrà conclusa entro la fine del mese di febbraio, ma secondo quanto trapela a palazzo di giustizia ”non c’e’ fretta, ma solo la necessita’ di svolgere per bene tutte le indagini”.
Al momento è presto anche per ipotizzare eventuali responsabilità penali, anche se probabilmente saranno diversi gli indagati, o in quanto vertice apicale naturale di una fila di emergenze o come, anche se qui il terreno diventa piu’ scivoloso, per ipotetica omissione di responsabilità. Potrebbe essere il caso della gestione del bollettino valanghe Meteomont e della mancata attuazione della legge 47/92 della Regione Abruzzo, anche se sara’ difficile legare le morti di Rigopiano alla mancata realizzazione di un piano di pericolo. All’attenzione degli inquirenti anche l’esposto del Forum H2o che ha scoperto come l’hotel fosse stato costruito sugli esiti di antiche valanghe, l’ ultima imponente prima della seconda guerra mondiale. Molto di più potranno raccontare le carte acquisite al Comune di Farindola sui lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’ hotel, specie nella parte geologica, nell’ormai lontano 2007.