La centrale operativa del 118 di Pescara, lo scorso 18 gennaio, quando la slavina aveva travolto l’hotel Rigopiano, ha tentato per 31 volte, invano, di contattare il numero telefonico di Giampiero Parete. Quest’ultimo infatti, dopo essere riuscito ad evitare la valanga, aveva lanciato l’allarme ai soccorsi. Dopo la prima chiamata di Parete al 118, oltre ai tentativi dalla centrale, il Centro coordinamento soccorsi della Prefettura aveva effettuato diverse chiamate, tutte a vuoto, in quanto il telefono del superstite non era raggiungibile. Come da prassi, la centrale operativa del 118, registra tutti i numeri delle chiamate in entrata ed ha dunque tentato di ricontattare l’utenza da cui era partito l’allarme, senza riuscire a parlare con Parete. Del resto anche nella prima chiamata del superstite il segnale era disturbato e le comunicazioni erano risultate molto difficili. Altri tentativi di ricontattare Parete sono stati fatti dal Centro coordinamento soccorsi della Prefettura, anche attraverso telefoni personali. Gli operatori presenti in Prefettura, che si trovavano già alle prese con la maxi emergenza del maltempo che vedeva nello stesso momento interi paesi del Pescarese isolati, tentando contemporaneamente di soccorrere due persone con intossicazione da monossido di carbonio impossibili da raggiungere, hanno gestito le comunicazioni usando anche i propri cellulari per le verifiche. Come avvenuto nel caso della telefonata tra l’amministratore dell’hotel e un funzionario di Prefettura, registrata con un app per smartphone e pubblicata oggi da Repubblica.it.